Dall'Università di Foggia un glutine "buono" per i celiaci
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Università di Foggia, messo a punto un glutine “buono” per i celiaci: svolta nell’industria alimentare

da | Giu 2014 | News | 1 commento

Presto alimenti finora vietati ai celiaci potranno di fatto diventare commestibili, senza scatenare più la cosiddetta “cascata infiammatoria” che solitamente, in chi è affetto da questa malattia, va a interferire con l’assorbimento delle sostanze nutritive. Sarà possibile grazie a un nuovo metodo – messo a punto da un gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell’ambiente dell’Università di Foggia – attraverso il quale vengono modificate alcune proteine del glutine.

Nel dettaglio, tramite questo metodo definito “rivoluzionario”, le proteine del glutine depositate nella granella prima della molitura vengono sottoposte a un trattamento chimico-fisico (acqua e microonde per pochi secondi), di fatto modificandole. E questo, rispetto agli esperimenti scientifici finora effettuati, non per opera di enzimi microbici. In questo modo, non verrebbero alterati né il gusto né la fragranza degli alimenti, rendendoli del tutto assimilabili a quelli utilizzati da coloro che non sono celiaci. Una scoperta davvero sensazionale, che potrebbe rivoluzionare l’industria alimentare destinata a questa cerchia particolare di persone.

Il glutine per celiaci è un progetto sul quale si lavora da alcuni anni: “Potremmo essere di fronte a una scoperta scientifica di valore assoluto – dichiara orgoglioso Maurizio Ricci, rettore dell’Università di Foggia – che abbiamo tenuto sotto traccia per diversi mesi, per evidenti ragioni di cautela, ma che dopo le prove e le sperimentazioni scientifiche dei vari protocolli abbiamo deciso di mostrare all’opinione pubblica”. Se questo nuovo metodo venisse utilizzato nella produzione industriale, in tutte quelle farine destinate alla produzione di pasta e prodotti da forno generalmente ottenuti dal frumento, si otterrebbe – spiega il prorettore dell’Università di Foggia, Milena Sinigaglia – “una immediata riduzione della sensibilizzazione della popolazione nei confronti del glutine e, quindi, una diminuzione dell’incidenza della celiachia“.

Depositate sia la domanda di brevetto che la relativa domanda di estensione internazionale presso gli uffici competenti, la scoperta dell’Università di Foggia ha ricevuto finora un esito abbondantemente positivo, con l’attribuzione della soglia più elevata della cosiddetta “credibilità scientifica”. Si spera, quindi, possa essere al più presto commercializzata: “Non siamo in grado di dire, con esattezza matematica, se questo brevetto verrà trasformato in produzione industriale, ma – dichiara Giovanni Lovallo, responsabile dell’area Ricerca e relazioni internazionali dell’ateneo pugliese – abbiamo l’obbligo etico e scientifico di proteggerne la proprietà intellettuale”.

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filippo fele
filippo fele
9 anni fa

Posso avere i riferimenti degli studi effettuati?
Grazie.