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I ricercatori britannici attaccano la riforma dell’università

da | Mag 2011 | News | 0 commenti

L’Inghilterra del futuro? “Il paese di ieri, con le conoscenze di ieri”, è questo l’affondo di Sally Hunt, segretaria generale dell’Ucu, University and College Union, che rappresenta accademici, professori di prima fascia, ricercatori e personale universitario.

Arriva così a stretto giro di posta la risposta alle
recenti dichiarazioni del ministro dell’istruzione David Willetts, secondo il quale il sistema universitario britannico sarà più forte dopo la riforma, perché il governo ha accettato la sfida di risparmiare attraverso un percorso di innovazione del sistema (al quale in questi giorni anche l’Italia strizza l’occhio nella prospettiva di un innalzamento delle tasse e dell’introduzione di prestiti di studio).

Non la pensano così i ricercatori dell’Ucu, che in occasione del congresso annuale non risparmiano nuove ed aspre critiche ai tagli del governo definendo la coalizione e il suo progetto di riforma “una gravissima minaccia rispetto a tutto quello che come educatori vogliamo difendere”. L’Unione si è sempre mostrata fermamente contraria alla decisione del governo di permettere alle università di triplicare le tasse di frequenza e di tagliare contestualmente le borse.

Secondo la segretaria dell’Ucu, molti altri Paesi stanno investendo in ricerca, mentre il governo inglese diminuisce le risorse proprio quando l’educazione dovrebbe essere il centro della strategia di rilancio economico del Paese e non la periferia. Perché se è vero che l’Inghilterra ha comunque un vantaggio competitivo rispetto ad altri competitor europei, è altrettanto vero secondo la Hunt che “un Paese equipaggiato con le conoscenze di ieri, diventerà ben presto un Paese arretrato” spiega all’Independent.

Sally Hunt ha spiegato che il futuro economico del Regno Unito dipende dalla sviluppo di una crescita economica sostenibile e “green”, “in una corsa verso l’alto, non verso il fondo con competenze basse e bassi stipendi”. “Quando sbatti la porta in faccia alle opportunità dei giovani – continua la segretaria dell’Ucu – non stai soltanto buttando via le loro vite, stai anche buttando via denaro. È l’ignoranza l’opzione più costosa, non l’istruzione”.

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