UDU e Rete degli studenti medi scrivono una lettera aperta al Paese
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“Riprendiamoci il futuro”: UDU e Rete degli studenti medi, lettera aperta al Paese su crisi, politica, Italia e democrazia

da | Dic 2013 | News | 0 commenti

Chiedono ascolto e impegno, perché le nuove generazioni abbiano un futuro meno precario. Le ragioni che guidano gli studenti in protesta sono descritte dall’Unione degli Universitari (UDU) e dalla Rete degli studenti medi in una lettera aperta indirizzata al Paese. L’obiettivo? Stipulare un nuovo patto sociale.

Gli studenti scrivono questa lettera “da cittadini, studenti, giovani, preoccupati per il nostro Paese, per il nostro presente e futuro”, e la indirizzano a tutta l’Italia. Ai politici, di uno schieramento e dell’altro, a quelli del recente passato, ma anche “a tutti quegli studenti e studentesse che stanno perdendo la speranza nel loro futuro e vogliono andarsene, a chi non riesce ad arrivare a fine mese, a chi non ha più nulla da perdere perché ha già perso tutto, a chi un lavoro non ce l’ha e se ce l’ha è precario, a chi ha una pensione con cui a malapena sopravvive”. Nella loro lettera aperta, UDU e Rete degli studenti medi parlano di crisi, politica, Italia e futuro.

La crisi secondo UDU e Rete degli studenti medi non è solo economica e per risponderle servono “scelte politiche, culturali, le scelte che noi non abbiamo fatto, le scelte che il Paese non sta facendo”. Da chiedere, a gran voce, tutti insieme. Senza emigrare all’estero, immaginando forme economiche che tutelino la solidarietà sociale e riportando scuola e università a essere “luoghi di esercizio di democrazia aperti ed accessibili a tutti, per un Paese che sia realmente fondato sulla conoscenza e sul lavoro”.

Nella loro lettera aperta al Paese UDU e Rete degli studenti medi non tralasciano di soffermarsi sul calo di fiducia nella politica da parte degli italiani: “spesso non ci siamo sentiti ascoltati, nemmeno da chi avrebbe dovuto rappresentarci”. Eppure, sottolineano,”questo non può essere un motivo per lasciarla morire, la nostra democrazia”. Allora cosa fare? Bisogna mettersi al lavoro per ricostruire l’Italia della democrazia, quello che ci racconta la nostra Costituzione. Senza violenza contro le istituzioni: per gli studenti “la storia ci insegna che la distruzione non ha mai portato da nessuna parte”.

Secondo UDU e Rete degli studenti medi, bisogna uscire dagli ultimi vent’anni di mala politica e corruzione, perché fare politica è “avere cura della cosa pubblica e difendere la democrazia, perché la democrazia è di tutti. La politica è di tutti, non di pochi, proprio come la democrazia”. La ricetta per farcela è lavorare tutti insieme affinché l’Italia possa rialzarsi. Ripartendo, scrivono le associazioni studentesche nella loro lettera aperta, “dalle scuole, dalle università, dai luoghi di lavoro per ricostruire, ricostruirci, diventare quel grande Paese rispettoso dei diritti di tutti che ci meritiamo di avere”.

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