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Test di ammissione, opportunità o lotteria?

da | Ago 2011 | News | 1 commento

Una procedura nata in maniera disordinata e sprovvista di una regia. In questi giorni che precedono l’appuntamento dei test di ammissione 2011 i commentatori sono concordi nel ritenere che quanto meno va fatto ordine nel meccanismo che seleziona le aspiranti matricole per i corsi di laurea ad accesso programmato. Un intervento ancora più necessario nel momento in cui si verifica un tale boom di richieste: segno che i giovani puntano sui corsi che fanno selezione all’ingresso nella speranza che gli si aprano più facilmente le porte del mondo del lavoro al termine degli studi universitari.

Nel corso degli anni le domande somministrate sono state messe a punto con attenzione crescente e lo spazio che si auspica trovino i quesiti di logica già nell’edizione 2011 dei test di ammissione conferma la tendenza. Lasciando per un attimo da parte il dibattito tra i favorevoli e i contrari al numero programmato, bisogna prendere atto che sempre più atenei ricorrono ai test d’ingresso, anche soltanto per valutare le competenze delle matricole. Segno che c’è un’esigenza di verifica e selezione, ma se si guarda alla carriera scolastica di uno studente quest’esigenza sembra comparire all’improvviso, senza che nessuno prepari le future matricole al “salto”.

Quello che manca, insomma, è una valutazione adeguata del corso di studi alle superiori assieme a un meccanismo che metta tutti gli studenti in condizione di affrontare “alla pari” i test di ammissione. La scuola superiore – dove peraltro l’orientamento è devoluto alla buona volontà dei singoli istituti – dovrebbe fargli conoscere e sperimentare questa ulteriore selezione che segue gli esami di maturità.

In questo modo si eviterebbe lo spaesamento che colpisce inesorabilmente tanti giovani che per la prima volta ragionano sul loro futuro da universitari e vedono i cosiddetti “quiz” quando, dopo la fatica degli esami di maturità, cominciano a prepararsi per i test di ammissione cercandoli in rete o sui libri acquistati “last minute”, a poco più di un mese dalla data di svolgimento. Ancora, un vademecum allo svolgimento dei test nel corso dell’ultimo anno delle superiori eviterebbe le speculazioni di quanti chiedono fior di quattrini – siamo nell’ordine delle migliaia di euro – per un mese di preparazione.

Da questo punto di vista è da rimarcare il segnale incoraggiante che giunge da alcuni atenei che si fanno carico di questo fenomeno proponendo corsi low cost, anche se quest’anno i posti disponibili erano molto al di sotto delle richieste. Una goccia nel mare, come lo è il pur meritevole video “tutorial” messo on line dal ministero dell’Università. Per ora più che con una verifica del livello di preparazione, la maggioranza dei giovani che dal 5 settembre si troveranno davanti le domande a risposta multipla si troverà a fare i conti una vera e propria lotteria.

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aurora russo
aurora russo
12 anni fa

Trovo che il test d’ingresso sia ingiusto ed incostituzionale. La costituzione recita diritto allo studio diritto al lavoro. Con una scuola superiore che non prepara al salto universitario non si possono lasciare allo sbaraglio giovani che vogliono continuare gli studi. Se ai miei tempi ci fosse stato il numero chiuso io non mi sarei mai laureata e oggi non sarei un’apprezzata docente di storia dell’arte. Sarebbe più giusto porre agli studenti che si apprestano agli studi universitari porre lo sbarramento del merito. Se entro il primo anno non si raggiunge una certa media od un certo numero di esami si è fuori. Inutile dire che così se tutti entrano all’università non ci sarebbero i posti. I posti si creano e non si lasciano fuori ragazzi meritevoli che per ansia, stress, mancata preparazione di base devono rinunciare al loro futuro.