A sorpresa è arrivato anche il presidente dell’Inter Massimo Moratti a Palermo per l’intitolazione di uno spazio dell’università a Norman Zarcone, il dottorando in Lettere morto suicida lo scorso settembre, tormentato dai timori per il suo futuro lavorativo, che nei suoi sogni era legato al mondo della ricerca.
Moratti ha spiegato ai giornalisti che la decisione di essere presente a questo momento di ricordo l’ha presa dopo che ha sentito che tipo era il giovane tifoso nerazzurro: vivace, allegro, trascinatore. “La sua passione è qualcosa di cui siamo onorati e a cui tengo tanto. Siamo onorati di avere avuto un tifoso come lui” ha spiegato il presidente.
In ricordo del giovane è stata scoperta una targa con la scritta “Generazione Norman, in memoria di Norman Zarcone” all’interno del polo didattico di viale delle Scienze. Gli amici indossavano una maglia bianca con la sua foto e la scritta “Ogni cosa io conosco secondo cuore e secondo ragione”. La frase è tratta dall’Iliade e la pronuncia Ettore prima di andare a morire, raccontano i giovani presenti, e vuole sottolineare il coraggio e la voglia che Norman aveva di seguire la sua vera passione.
L’idea è quella di tenere vivo il ricordo di Norman non solo con lo spazio del polo didattico, ma anche con una fondazione senza fini di lucro che con borse di studio e premi di laurea e alla creatività sostenga gli sforzi degli studenti meritevoli e dei giovani che coltivano una passione. Pare che dall’Assemblea regionale siciliana sia già arrivato il via libera.
Per il rettore di Palermo, Roberto Lagalla, al di là delle polemiche che nei mesi scorso hanno accompagnato la vicenda seguita al suicidio, “la storia di Norman deve farci riflettere su un tema sul quale spesso non ci si sofferma, la difficoltà generazionale”, che è responsabilità di chi ha lasciato ai giovani d’oggi tutti i problemi della società attuale.
Il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, in una missiva ha ricordato la passione di Norman per la musica e la canzone scritta con il padre Claudio in memoria di Falcone e Borsellino. Proprio il padre Claudio, commosso, ha chiesto che quello spazio diventi un luogo d’incontro e di scambio in memoria del figlio, “affinché non muoia due volte”.