Prosegue in Spagna l’ondata di scioperi contro i tagli all’istruzione pubblica e in questi giorni sono parecchie le città che vedono scendere in piazza migliaia di studenti e docenti. L’Unione degli studenti iberica sta “inondando” Madrid e le principali città del Paese di volantini e manifesti in difesa della scuola e dell’università pubblica e in segno di solidarietà con il corpo docente.
Il forte sindacato studentesco sta cercando di veicolare il proprio messaggio anche nel mondo operaio, confermando un’alleanza che si va profilando anche nel nostro Paese ed evocando una sorta di “nuovo ’68“.
Altra idea del comitato studentesco è quella di creare una “Cassa di resistenza” per sostenere il corpo docente nell’eventuale prospettiva che la lotta si protragga nel tempo, realizzando collette tra i lavoratori delle imprese e delle fabbriche in cui vengono organizzate assemblee in difesa dell’istruzione pubblica.
Si tratta della quinta ondata di scioperi in pochi mesi e, se la situazione non cambierà, il prossimo 20 ottobre studenti e docenti scenderanno di nuovo in piazza.
I sindacati auspicano che le prossime proteste siano “un successo come le volte precedenti” e che “a Madrid gli insegnanti rispondano in massa”, come ha detto il responsabile del sindacato Francisco Garcia, ichiedendo al governo regionale madrileno di correggere la rotta e scongiurare i tagli. Oltre a scendere in piazza molti docenti di Madrid si chiuderanno in scuole e università per tutta la settimana chiedendo anche agli studenti e alle loro famiglie di unirsi a loro.
Gli universitari solidarizzano con la protesta degli insegnanti: mentre questi ultimi sono scesi in piazza il 4 e il 5 ottobre, gli studenti hanno fissato per domani 6 ottobre una giornata di sciopero per appoggiare i lavoratori e per continuare a esprimere il loro dissenso contro i tagli all’università pubblica.