Non sono solo le università italiane a dover fare i conti con tagli e riforme. Anche i rettori degli atenei spagnoli hanno esternato il loro disappunto per i tagli previsti in materia di istruzione per l’anno accademico 2011-2012. Il loro principale rappresentante, il presidente della Conferenza dei rettori delle università spagnole (Crue), Federico Gutiérrez-Solana Salcedo, ha sottolineato che senza soldi, “non solo verrà inficiato il futuro dell’università, ma anche quello della società”. Il presidente della Crue ha avvertito che se il governo continuerà su questa strada “non si riuscirà più a equiparare il livello dell’istruzione superiore spagnola a quello degli altri Paesi dell’Ocse”.
E visto che lo sviluppo del sistema accademico è indissolubilmente legato a quello della ricerca, il presidente della Crue ha sottolineato come l’università sia l’unica fonte di innovazione del Paese.
Proprio mentre il primo ministro José Luis Rodriguez Zapatero annunciava le sue dimissioni e le elezioni anticipate al 20 novembre, i rettori degli atenei spagnoli si sono riuniti per sottolineare l’importanza degli accordi tra gli atenei e le altre istituzioni e per valorizzare il ruolo dell’università nella società.
Gutierrez-Solana ha invitato il Paese a prendere una ferma decisione: “Vogliamo credere nel futuro o buttarci in ritirata?” ha provocato, e ha poi aggiunto: “Le università possono giocare il ruolo più grande di quanto non abbiano mai fatto nella storia della Spagna”.
Da parte sua, il presidente del Consiglio superiore delle Camere di Commercio, Manuel Teruel, ha accolto con favore la firma di un accordo di cooperazione tra Crue e le Camere e ha denunciato che “la società e l’università sono oggi così in difficoltà non solo per mancanza di investimenti privati, ma per inerzia nel modo di lavorare e fare le cose”. Ha poi incoraggiato l’Università a promuovere lo spirito imprenditoriale degli studenti per rilanciare il Paese.