Il sonno perfetto è di sette ore: lo rivelano nuovi studi
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Nuovi studi rivelano: “Il sonno perfetto è di sette ore. Dormire di più non porta benefici”

da | Lug 2014 | News | 0 commenti

Dormire più del dovuto non farebbe bene al nostro organismo. Anzi, lo esporrebbe di più alle malattie e lo condurrebbe prima alla morte. In particolare, il sonno perfetto – quello in grado di garantire le prestazioni cognitive migliori – sarebbe costituito da sette ore e non otto, così come precedenti studi avrebbero finora sostenuto. Lo rivelano nuove ricerche, che ultimamente sembrano avere acceso un grande dibattito.

“La mortalità e la possibilità di malattie sono inferiori con 7 ore di sonno. Dormire 8 ore o più – spiega Shawn Youngstedt, ricercatore dell’Università dell’Arizona, a Phoenix – si è dimostrato costantemente rischioso“. Ma sono anche altri gli studi che hanno rilevato come il sonno perfetto sia di sette ore. Ad esempio, l’anno scorso, una ricerca pubblicata sulla rivista Frontiers in Human Neuroscience – che ha preso in esame le abitudini legate al sonno di ben 160mila utenti del sito web Lumosity sottoposti a test di coordinamento e memoria e di altre 127mila persone che hanno eseguito delle prove di aritmetica – ha osservato che le prestazioni cognitive raggiungevano il picco massimo con sette ore di sonno, mentre dopo cominciavano a declinare.

A sostenere la tesi che il sonno perfetto sia di 7 ore è pure David Dinges, uno scienziato della Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania, secondo cui anche 20 o 30 minuti in meno rispetto alla durata del sonno ideale possono rallentare la velocità delle prestazioni cognitive e aumentare i cali di attenzione. Come pure Murali Doraiswamy, professore di psichiatria al Centro medico della Duke University, a Durham, nel Nord Carolina: secondo lo studioso americano, dopo sette ore, aumentare il sonno non porta benefici. In realtà, è il nostro corpo che ci suggerisce quanto abbiamo bisogno di dormire, tenuto conto anche del sesso e dell’età. Per questo motivo, sarebbe necessario ascoltarlo di più.

Per confermare i risultati di questi nuovi studi, entrò il 2015 sono previste le formulazioni ufficiali da parte di un gruppo di esperti selezionati dall’American Academy of Medicine, la Sleep Research Society, un’organizzazione che studia il sonno, e i CdC, i Centri per il controllo delle malattie. Un contributo sull’aggiornamento di questi nuovi dati verrà dato anche dal gruppo di ricerca no profit National Sleep Foundation, che per l’occasione ha a sua volta assemblato un panel di esperti.

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