Due o trecento milioni di ammanchi che hanno costretto l’Università di Siena a dismettere gran parte del proprio patrimonio immobiliare. E che hanno portato all’apertura di un’inchiesta in seguito alla quale la procura della città toscana ha chiesto il rinvio a giudizio di 27 persone. Il sostituto procuratore Francesca Firrao contesta agli indagati, tra i quali ci sono anche i due rettori che hanno preceduto quello attualmente in carica, i reati di abuso d’ufficio, peculato e truffa.
Ora sarà il giudice per le indagini preliminari, Francesco Bagnai, a stabilire se dare o meno il via al processo e alle misure. anche di sospensione da alcuni incarichi, richieste dal pm. L’inchiesta è partita nel 2008, quando l’ex rettore Silvano Focardi portò in tribunale i libri contabili dell’ateneo a causa di un passivo annuo di 30 milioni di euro che all’epoca portava il disavanzo complessivo oltre i duecento milioni.
La notizia della richiesta di rinvio a giudizio è arrivata a poche ore da un’altra notizia che ha messo in agitazione numerosi atenei italiani. Stavolta l’accusa parte da Bari, dove un’inchiesta su concorsi truccati per il ruolo di professore ordinario e associato ha comportato verifiche e perquisizioni in uffici universitari e privati di numerosi docenti e ricercatori nelle discipline giuridiche.
In tutto sono 22 le persone indagate e da varie parti stanno arrivando chiarimenti e dichiarazioni di assoluta estraneità ai fatti contestati dalla procura del capoluogo pugliese. Secondo l’accusa i vincitori dei concorsi venivano decisi a tavolino con una spartizione tra i vari docenti: dalle intercettazioni telefoniche e ambientali emergerebbe che gli accordi venivano presi durante i congressi, occasione di incontro per i docenti degli 11 atenei coinvolti.