Su 23 manifestanti arrestati in seguito ai disordini di martedì 14 dicembre 22 sono stati rimessi in libertà dopo la convalida degli arresti. La decisione dei magistrati è stata assunta dopo aver valutato una per una le condotte tenute dei giovani fermati, la gran parte senza particolari esperienze politiche o di militanza alle spalle. Resistenza aggravata e danneggiamento aggravato i capi d’accusa per lo più contestati.
Il più giovane dei fermati, il sedicenne ripreso mentre impugnava manganello e manette e poi una pala, è accusato di rapina aggravata perché avrebbe sottratto oggetti appartenenti alle forze dell’ordine. Un altro dei fermati di martedì, 32 anni, resterà invece agli arresti domiciliari: si ritiene che detenesse tre sassi da due chili da lanciare contro la polizia.
Se il giovane di nazionalità francese è stato subito liberato, ai manifestanti romani è stato imposto l’obbligo di firma per due volte al giorno al commissariato di zona, mentre ai genovesi è fatto divieto di fare ritorno nella Capitale. Ora si attende l’inizio del dibattimento il 23 dicembre, il giorno successivo al voto definitivo del Senato sul disegno di legge di riforma dell’università.
Il primo cittadino della Capitale, Gianni Alemanno, ha contestato la scelta dei giudici di restituire la libertà a quasi tutti gli imputati in attesa di giudizio, parlando di “una profonda sensazione di ingiustizia” dovuta ai danni che gli scontri di martedì hanno causato ed evocando maggiore fermezza. Il capogruppo al Senato del Pdl Maurizio Gasparri ha parlato di “atto da irresponsabili”.
Alle critiche provenienti da esponenti della maggioranza ha replicato il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, chiarendo che se è legittimo criticare i provvedimenti dei magistrati, meno consoni sono “gli insulti nei confronti dei giudici e dell’istituzione nel suo complesso”.
Sui disordini riferirà oggi al Senato e mercoledì 22 a Palazzo Madama il ministro dell’Interno Roberto Maroni, anche in relazione ai video che riprendono alcuni casi di pestaggio ai danni dei manifestanti da parte delle forze dell’ordine.
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