Scontri davanti alla Bocconi: contestato il presidente Monti
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Tafferugli davanti alla Bocconi, contestato il presidente Monti

da | Nov 2012 | News | 0 commenti

Nuove proteste contro le politiche del governo e nuovi scontri. Il presidente Monti è stato contestato a Milano, davanti alla Bocconi, da un gruppo di giovani dei centri sociali. I tafferugli chiudono una settimana di tensioni, che hanno avuto il loro apice mercoledì 14 novembre, in coincidenza con la mobilitazione europea contro i tagli alla spesa sociale.
Il premier Monti stava tenendo una conferenza all’interno dell’ateneo milanese per presentare i suoi libri La democrazia in Europa, scritto insieme a Sylvie Goulard, e Le parole e i fatti, a cura di Federico Fubini. Di fronte alla sede della Bocconi si era radunato un gruppo di giovani manifestanti, composto da un centinaio di attivisti del centro sociale “Cantiere”, che ha gridato slogan contro il governo ed ha esposto cartelli con la scritta “Un anno di Monti, austerity, precarietà e manganellate. Auguri”.

A un certo punto i manifestanti hanno iniziato a chiedere a gran voce che li lasciassero entrare all’interno della Bocconi, dove si teneva la conferenza del presidente Monti, ed è iniziata una difficile mediazione con gli agenti. Fallita la trattativa, gli antagonisti hanno preso a lanciare uova, verdure, vernice e petardi. La situazione è definitivamente degenerata quando i contestatori hanno tentato di sfondare il cordone di sicurezza formato dalle forze dell’ordine e sono stati caricati dagli agenti in tenuta antisommossa. Due agenti e un funzionario della Digos hanno riportato contusioni negli scontri.
I contestatori allora hanno abbandonato l’area antistante l’ateneo e si sono diretti in corteo verso viale Bligny, mentre il presidente Monti si allontanava in tutta fretta dalla Bocconi per ragioni di sicurezza. Nel corso della sfilata dei manifestanti per le vie meneghine, che ha letteralmente mandato in tilt il traffico cittadino, un cameraman di La7 è rimasto leggermente ferito. Il corteo è arrivato fino a Porta Romana, dove i dimostranti si sono dispersi.

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