Decreto Sblocca-Italia, rischio taglio borse di studio
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Col decreto Sblocca-Italia c’è il rischio di un taglio alle borse di studio

da | Ott 2014 | News | 1 commento

Dalla Commissione Istruzione della Camera arriva un allarme: il decreto Sblocca-Italia varato dal governo Renzi mette a rischio l’erogazione di 50mila borse di studio. Il provvedimento dell’esecutivo prevederebbe, infatti, un taglio di 150 milioni che colpirebbe i benefit concessi in favore degli studenti meno abbienti. A essere sotto accusa è, in particolare, l’articolo 42, comma 1, del decreto, che modifica quanto stabilito dal cosiddetto “decreto Irpef”, il quale prevedeva che le regioni versassero 500 milioni come contributo alla finanza pubblica.

A causa della variazione contenuta nello Sblocca-Italia, non rischierebbero solo le borse di studio, ma è tutto il sistema dell’istruzione ad essere nel mirino. Il taglio, infatti, andrebbe a colpire anche i finanziamenti alle scuola paritarie (100 milioni), i contributi per l’acquisto dei libri di testo (80 milioni) e perfino il fondo a sostegno degli studenti disabili (15 milioni).

L’art. 42 del decreto Sblocca-Italia ratifica una decisione assunta dalla Conferenza Stato-regioni nel maggio scorso, che pone le somme stanziate dalle regioni sotto il patto di stabilità, rendendone possibile l’utilizzo anche per scopi diversi rispetto a quelli previsti originariamente. Ad accendere i riflettori su questo possibile nuovo taglio alle borse di studio sono stati alcuni deputati di Pd e Movimento 5 Stelle, ai quali si sono unite anche le associazioni studentesche e il Consiglio nazionale degli studenti universitari (CNSU).

Se non saranno apportati correttivi al decreto Sblocca-Italia, secondo una stima dell’Unione degli universitari (UDU), considerando un importo medio annuo pari a 3.360 euro, sarebbe a rischio l’erogazione di ben 48.214 borse di studio. Il presidente del CNSU Andrea Fiorini, non fa sconti a governo e regioni, i quali “devono essere consapevoli che in un momento di crisi economica senza precedenti per il nostro paese demolire il diritto allo studio significherebbe di fatto escludere un’intera fascia della popolazione dall’istruzione superiore e togliere un ulteriore possibilità di sviluppo al nostro paese”. Sotto accusa è soprattutto il governo, che ha sempre proclamato di voler mettere al centro la scuola e l’università, e che si propone come unico agente di cambiamento, ma “se si vuole cambiare davvero, – sottolinea Fiorini – l’istruzione deve tornare ad essere una priorità non solo negli slogan ma anche negli investimenti”.

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Mattia
Mattia
9 anni fa

Commento… Una sveglia ci vuole… Oh ragazzi ci stanno spegnendo i sogni..ci stanno schiacciando come le formiche e ora di rialzare la testa di informarsi di capire che qui non si vuole sbloccare nulla si vuole solo fare tabula rasa per speculare sull’Italia in rovina…… Studiamo e cominciamo ad essere Studenti e cittadini consapevoli.. La democrazia esiste se tutti partecipano per legittimarla….