Non lasciano spazio ai dubbi le risposte al sondaggio sulle carriere internazionali lanciato dalla redazione di Universita.it a inizio marzo, in occasione del Rome Mun 2010.
Alla domanda “In che modo le università possono facilitare l’inserimento dei giovani nelle carriere internazionali?” più della metà degli utenti ha infatti scelto una sola tra le opzioni proposte, quella degli stage e tirocini all’estero.
Più precisamente, a rispondere così è stato quasi il 68 per cento dei votanti. A desiderare maggiori opportunità per esperienze di studio all’estero è stato invece il 12.41 per cento, seguito da un 11 per cento che si è dichiarato favorevole all’istituzione di corsi di laurea mirati alle specifiche professionali richieste dagli enti internazionali.
Gli utenti hanno invece ritenuto poco utili per fare carriera a livello internazionale i corsi di lingue straniere specifici e più approfonditi nelle università italiane, ma anche le opportunità che le nuove tecnologie offrono agli studenti (come potrebbe essere un grande social network in grado di mettere in contatto direttamente studenti ed enti internazionali). Entrambe queste opzioni, infatti, non hanno raggiunto neanche il 7 per cento delle adesioni.
L’alternativa considerata migliore dagli utenti – molti dei quali sono proprio studenti universitari direttamente interessati alla carriera internazionale, che abbiamo incontrato al Model United Nations di Roma – è insomma in modo schiacciante l’esperienza sul campo in enti internazionali. Come a dire, la teoria è bella ma serve fino ad un certo punto.
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