Elezioni politiche 2018: M5S primo partito, Cdx prima coalizione. Crolla il Csx
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Elezioni politiche 2018: trionfano 5 Stelle e Lega, crolla il PD

da | Mar 2018 | News | 0 commenti

C’è sicuramente un vincitore, anzi due. E c’è sicuramente un grande sconfitto. A parte questo, lo scenario che ci consegnano i risultati delle elezioni politiche 2018 è particolarmente intricato. Spetterà adesso al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, trovare – se esiste – una possibile maggioranza dalla quale possa nascere un governo.

Il primo dei vincitori è il Movimento 5 Stelle, che è la lista che ottiene il maggior numero di voti. Pur essendosi presentato da solo alle consultazioni, l’M5S riesce a sfondare quota 30 per cento e fa man bassa nei collegi del Sud. Le elezioni politiche 2018 decretano anche il successo della coalizione di Centro-destra, che nel complesso raccoglie circa il 37 per cento dei consensi, grazie al risultato straordinario della Lega di Salvini, che supera Forza Italia.

Lo sconfitto è il Centro-sinistra. Il Partito democratico è crollato sotto il 20 per cento e tutte insieme le liste della coalizione non riescono nemmeno ad arrivare alla percentuale ottenuta dal solo PD nel 2013. Anche Liberi e Uguali, la lista a sinistra dei dem formata dagli scissionisti, fa flop. La percentuale di voti riportata è poco al di sopra del 3 per cento, la soglia di sbarramento.

Elezioni politiche 2018: Italia spaccata in due. Al Nord vince il Cdx, al sud trionfo M5S

La cartina geografica del Paese è spaccata in due. Al Nord vince quasi ovunque il Centro-destra, con l’eccezione di un paio di zone tradizionalmente “rosse” di Emilia-Romagna e Toscana e dell’Alto Adige, nelle quali si è affermato il Centro-sinistra. Al Sud, invece, il Movimento 5 Stelle ha vinto in tutti i collegi delle Isole e in quasi tutti quelli delle altre regioni meridionali, riuscendo a conquistare anche gran parte di quelli della zona adriatica, fino alla Romagna.

Gli scenari futuri

Dai risultati delle elezioni politiche 2018, grazie anche a una legge elettorale né maggioritaria né proporzionale, non emerge una chiara maggioranza. Il Movimento 5 Stelle non ha i numeri per governare da solo, ma il fatto che si sia laureato prima lista in Italia, con oltre il 30 per cento dei suffragi, rende molto difficile formare un governo senza passare da loro. Tuttavia non è chiaro chi potrebbero essere gli alleati con i quali dar vita a un esecutivo.

Infatti, sebbene la somma dei voti di M5S e Lega superi il 50 per cento e nei programmi delle due formazioni ci siano alcuni punti di contatto, è improbabile che Salvini dilapidi il grande consenso ottenuto, per fare il “socio di minoranza” dei 5 Stelle. L’alternativa sarebbe una maggioranza formata dal Movimento e dal Centro-sinistra. Tale ipotesi, però, sembra altrettanto irrealistica. Il PD andando al governo in queste condizioni si consegnerebbe all’irrilevanza.

Sbrogliare la matassa è il compito che spetterà al Capo dello Stato. Di certo, alla luce dell’esito delle elezioni politiche 2018, sembra definitivamente tramontata l’idea delle larghe intese, con un governo Gentiloni bis. Forza Italia e PD non hanno i numeri necessari, nemmeno se si aggiungessero tutti i voti centristi. Prende allora quota l’idea di un governo di Centro-destra guidato da Matteo Salvini. Ma occorrerebbe trovare qualche stampella per superare il 50 per cento. La coalizione, infatti, attualmente non arriva al 40 per cento.

Le prime indicazioni rispetto a possibili maggioranze parlamentari potrebbero arrivare dall’elezione dei presidenti di Camera e Senato.

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