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Il Presidente Napolitano risponde al ricercatore: “La fuga all’estero non può essere una scelta obbligata”

da | Dic 2014 | News | 0 commenti

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha deciso di rispondere alla lettera aperta che Cosimo Lacava, un ricercatore trentaduenne emigrato in Inghilterra, gli aveva inviato lunedì scorso attraverso Repubblica.it, per chiedere l’intervento del Quirinale affinché sia eliminato dalla legge di stabilità un comma che  prevede di superare il criterio dell’equa distribuzione delle risorse tra la progressione di carriera dei docenti e l’immissione in ruolo dei ricercatori di tipo B.

La lettera aperta di Lacava aveva suscitato già molte reazioni, da quella della senatrice a vita Elena Cattaneo, a quelle del MIUR e della CRUI, e oggi è arrivata quella più attesa.

“Gentile Dottor Lacava, ho ricevuto la sua lettera […] e volentieri le rispondo per esprimerle innanzitutto il mio apprezzamento per l’impegno con cui sin dagli anni dell’università ha scelto e seguito con tenacia e sacrifici un difficile percorso per realizzare i suoi obbiettivi di studio e professionali”. Inizia così la risposta del Presidente Napolitano alla missiva del giovane ricercatore. Il Capo dello Stato prosegue dando ragione a Lacava sul fatto che la decisione di emigrare non debba essere una scelta obbligata per quanti cercano opportunità di lavoro soddisfacenti e che “l’investimento fatto per la sua formazione dovrebbe poter essere utilizzato per il bene e lo sviluppo del nostro Paese”.

Rispetto alla norma contenuta nella Legge di Stabilità, nella sua risposta alla lettera aperta del giovane ricercatore il Presidente Napolitano invita alla prudenza, ricordando che “si tratta di una problema ancora all’esame del Parlamento sul quale è opportuno riflettere con attenzione tenendo conto dei diversi pareri esistenti in proposito”. Nonostante questo, il Capo dello Stato concorda sul fatto che “il vero problema da affrontare sia quello delle risorse tuttora insufficienti destinate all’Università e che sarebbe necessario programmare un piano di assunzioni che renda l’organico degli Atenei e quindi l’Università italiana in linea con i più avanzati standard europei”.

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