Sebbene oltre l’80% della popolazione italiana dichiari di sentirsi insicura rispetto alla propria pensione, soltanto una piccola minoranza adotta gli strumenti necessari per integrarla o addirittura anticiparla. E tra le opzioni disponibili, il Riscatto della Laurea è una delle più conosciute, ma anche una delle più fraintese. Molti ne sentono parlare come un’opportunità per accorciare i tempi di accesso alla pensione o per aumentare l’importo dell’assegno previdenziale, ma non sempre la realtà corrisponde alle aspettative.
Comprendere a fondo il funzionamento, valutandone benefici e limiti, è essenziale per evitare decisioni impulsive e costruire una strategie previdenziale coerente con il proprio percorso lavorativo e contributivo.
Cos’è il Riscatto Laurea e chi può farlo?
Il Riscatto della Laurea è uno strumento che permette di trasformare gli anni di studio universitario in anni di contribuzione previdenziale. In poche parole, consente di valorizzare, ai fini pensionistici, il periodo in cui si è frequentato l’università. Può essere richiesto per i corsi di laurea del vecchio ordinamento, le lauree triennali e magistrali, le specializzazioni post-laurea, i dottorati di ricerca e, più recentemente, anche i diplomi rilasciati dagli ITS Academy. Questo strumento è accessibile sia a chi ha già iniziato a lavorare e ha versato contributi previdenziali, sia a chi non ha ancora maturato alcun contributo ma ha conseguito un titolo di studio riconosciuto.
Tuttavia, non tutti gli anni di università possono essere riscattati. Infatti, non è possibile includere gli anni fuori corso, anche se è ammessa la possibilità di riscattare solo una parte del percorso (ad esempio i primi tre anni su cinque). La richiesta può essere inoltrata esclusivamente online, attraverso il portale dell’INPS, i Patronati oppure il Contact Center dell’Istituto.
Per aiutare nella valutazione, l’INPS ha messo a disposizione un simulatore gratuito che consente, in forma anonima, di stimare i costi, rateizzazioni, decorrenza pensionistica e benefici attesi dal riscatto.
Le due modalità di Riscatto Laurea: ordinario e agevolato
Il Riscatto della Laurea può essere effettuato in due modi: ordinario o agevolato. La differenza risiede nel calcolo dell’onere da versare e nelle condizioni di accesso. Entrambe le modalità hanno vantaggi e svantaggi, ma il loro impatto economico può variare notevolmente a seconda della carriera lavorativa e della situazione contributiva del richiedente.
- Il Riscatto Ordinario è calcolato sulla base della retribuzione attuale del soggetto. Per gli anni di studio anteriori al 1996, il sistema applicato è quello retributivo. Invece, per quelli successivi si applica il sistema contributivo, con aliquota pari al 33% della retribuzione annua per lavoratori dipendenti e al 24% per i lavoratori autonomi. Questo significa che più è elevato lo stipendio e maggiore sarà il costo da sostenere per ogni anno di studio da riscattare.
- Il Riscatto Agevolato, introdotto per rendere questa opzione più accessibile, prevede un costo fisso basato sul minimale contributivo degli artigiani e commercianti. Per il 2025, la cifra ammonta a 6.123,15 euro per ogni anno da riscattare. Questa formula può risultare conveniente per i redditi medio-bassi, ma non è sempre vantaggiosa in termini di aumento dell’assegno pensionistico.
Quando il Riscatto della Laurea ai fini pensionistici non conviene?
Tra gli errori più comuni c’è quello di credere che riscattare la laurea anticipi automaticamente la pensione. In realtà, questo dipende strettamente dai requisiti richiesti per le diverse forme di pensionamento e dalla carriera contributiva complessiva. Il riscatto permette sì di aumentare gli anni di contribuzione, ma se l’età anagrafica resta inferiore a quella prevista per il pensionamento, il beneficio è spesso solo teorico.
Inoltre, è bene considerare che per accedere a forme di pensione anticipata non basta aver raggiunto solo un numero di anni contributivi prestabiliti, ma occorre anche rispettare le soglie specifiche espresse dalla normativa vigente. Aggiungere quattro o sei anni di studio riscattati può quindi essere sufficiente a modificare concretamente la data di pensione, soprattutto se mancano i requisiti anagrafici.
L’effettivo vantaggio dipende dalla situazione personale, quindi età, reddito, carriera lavorativa, posizione previdenziale e aspettative future. In molti casi, il riscatto può rivelarsi una spesa ingente senza un ritorno significativo sull’importo dell’assegno previdenziale. In altri, può invece rappresentare una valida strategia per completare i requisiti contributivi o accedere a pensionamenti agevolati.
Quando conviene invece?
Purché il Riscatto della Laurea sia conveniente, bisogna valutare attentamente i propri obiettivi previdenziali e le condizioni personali, considerando casi specifici in cui questa operazione può risultare davvero vantaggiosa.
Esistono alcune situazioni in cui l’operazione può risultare particolarmente utile, per esempio:
- Per chi ha carriere discontinue o frammentate, il riscatto può aiutare a colmare vuoti contributivi e garantire una maggiore solidità alla posizione pensionistica.
- Per i giovani appena laureati, sfruttare il riscatto agevolato può rappresentare un’opportunità interessante per iniziare a costruire la propria pensione con un costo contenuto.
- Per i lavoratori vicini al pensionamento, integrare gli anni di studio potrebbe permettere di raggiungere i requisiti contributivi minimi, laddove manchino pochi anni.
- Per chi prevede carriere con retribuzioni crescenti, riscattare oggi a un costo inferiore rispetto al futuro può tradursi in un vantaggio economico a lungo termine.
D’altra parte, chi ha già superato ampiamente i 20 anni di contributi o non ha interesse ad anticipare l’uscita dal mondo del lavoro, l’impatto del riscatto potrebbe essere minimo, se non nullo.
I pro e i contro
Come per ogni scelta in ambito previdenziale, anche il Riscatto della Laurea presenta vantaggi e svantaggi, che vanno valutati con attenzione.
- Vantaggi:
- Incrementa gli anni utili ai fini pensionistici, migliorando il montante contributivo nel sistema contributivo.
- Può contribuire a raggiungere prima i requisiti per la pensione anticipata (ma non garantisce da solo l’anticipo effettivo).
- È rateizzabile fino a 120 mesi senza interessi, rendendo l’onere più sostenibile nel tempo.
- Può essere dedotto fiscalmente, riducendo l’impatto economico netto del riscatto.
- È disponibile anche per chi non ha iniziato ancora a lavorare.
- Svantaggi:
- Costo elevato nel riscatto ordinario, soprattutto per chi ha redditi alti.
- Limitata incidenza sull’ammontare della pensione per chi sceglie il riscatto agevolato.
- Non sempre permette di anticipare l’età pensionabile.
- Potenziale inefficienza dell’investimento, con un “punto di pareggio” (break even) collocato troppo in là nel tempo.
Per queste ragioni, il riscatto non dovrebbe essere considerato un meccanismo universale o una scorciatoia sicura verso il pensionamento anticipato, ma uno strumento da valutare caso per caso.
Scegliere se riscattare o no la propria laurea richiede una visione d’insieme, che comprende il proprio percorso lavorativo. Utilizzare i simulatori messi a disposizione, confrontarsi con esperti previdenziali e fare scelte informate è oggi più che mai essenziale per costruire una pensione solida e adeguata al proprio stile di vita.


