Sono questi i punti principali della Riforma dell’Università in relazione alla nuova gestione degli atenei presentata ieri dal ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Mariastella Gelmini durante la tavola rotonda tra Governo e Università sul futuro dell’università italiana.
“Oggi università vicine non possono unirsi per razionalizzare e contenere i costi – spiega il Miur in una nota – con la Riforma ci sarà invece la possibilità di unire e federare università vicine, anche in relazione a singoli settori di attività, per abbattere i costi e aumentare la qualità”.
Per quanto riguarda la contabilità oggi, per il Miur “i bilanci delle università non sono chiari e non calcolano la base di patrimonio degli atenei”, con la Riforma invece “i bilanci dovranno rispondere a criteri di maggiori trasparenza. Debiti e crediti saranno resi più chiari nel bilancio”.
Saranno ridotti infine i settori scientifico-disciplinari, dagli attuali 370 a circa la metà (consistenza minima di 50 ordinari per settore). Oggi infatti, per il ministero “ogni professore è rigidamente inserito in settori scientifico disciplinari spesso molto piccoli, anche con solo 2 o 3 docenti, con la Riforma dell’Università invece saranno ridotti per evitare che si formino micro settori, che danneggiano la circolazione delle idee e danno troppo potere a cordate ristrette”.