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Riforma: ok dal Senato, ora esame alla Camera

da | Lug 2010 | News | 0 commenti

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Il sì del Senato alla riforma dell’Università del Ministro Gelmini è arrivato nella serata di ieri con 152 voti favorevoli, 94 contrari e un astenuto. Il disegno di legge passa dunque ora all’esame della Camera. “Si tratta di un evento epocale – ha commentato a margine il Ministro Gelmini –  che rivoluziona i nostri atenei e che permette all’Italia di tornare a sperare”.

Termina la settimana decisiva per l’iter al Senato del ddl di riforma dell’Università. Dopo l’esame degli emendamenti nella giornata di ieri, la riforma approderà così alla Camera con circa 400 emendamenti visionati. Molte le novità introdotte e qualche piccolo aggiustamento rispetto al modello originario e alle dichiarazioni di questi giorni del Ministro, come l’abbassamento a 65 anni dell’età pensionabile dei docenti, che rimane a 70 anni e a 68 per gli associati.
Ma il ddl va avanti con “grande soddisfazione” del Ministro Gelmini, con i suoi punti cardine, ovvero l’introduzione di specifici parametri dell’Anvur per la valutazione e il reclutamento dei docenti, tempo limite di otto anni per la carica dei rettori con esame di quanto svolto sulla base del quale potrebbero essere sfiduciati per cattiva gestione, la “pagella” triennale ai docenti universitari che dovranno relazionare sul proprio operato.
Intanto la Riforma Gelmini viene però definita “senza fondi“, bisognerà infatti attendere settembre con la Finanziaria per la collocazione delle risorse, tra le quali, promette il Ministro saranno riservati 40 milioni di euro per mantenere  gli scatti meritocratici negli stipendi dei professori. Stesso discorso per il Fondo di merito per gli studenti che servirà per borse di studio e prestiti di onore.
Sulla questione più attesa del destino dei ricercatori, rimane invariato quanto preannunciato, ovvero l’abolizione del tempo indeterminato, l’introduzione della cosiddetta “tenure track” secondo cui i contratti saranno da 3 o 5 anni rinnovabili una sola volta dopodiché l’ateneo deciderà se assumere il ricercatore, per il quale si abbassa da 36 a 30 l’età minima per l’accesso al ruolo e si alza lo stipendio da 1300 a 2000 euro.

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