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Ddl Gelmini, la mappa della protesta universitaria

da | Nov 2010 | News | 0 commenti

Il ddl Gelmini alla prova della piazza. Assieme all’esame in Aula il provvedimento di riforma dell’università deve fare i conti con la mobilitazione di due atenei pubblici italiani su tre: secondo le associazioni studentesche infatti sarebbero 44 su 66 quelli occupati o in autogestione e molti studenti manifestano il loro dissenso dai tetti delle facoltà. Alle contestazioni locali si è aggiunto anche il presidio permanente di ricercatori, docenti, studenti e precari davanti a Montecitorio, proprio mentre l’Aula discute la proposta di riforma del ministro dell’Istruzione.

ROMA. Studenti sui tetti alla Sapienza, da dove è partito il corteo per raggiungere il presidio davanti alla Camera. All’università di piazzale Aldo Moro sono stati occupati i dipartimenti di Fisica, Ingegneria, Igiene e Scienze politiche.
MILANO. Nella città scaligera proteste davanti al rettorato della Statale, mentre il Senato accademico del Politecnico ha pubblicato sul Corriere della sera un appello a fermare la nuova normativa pagandolo con i soldi donati volontariamente dai 660 dipendenti, tra docenti, ricercatori, tecnici e amministrativi.
SALERNO. Striscioni che promettono proteste a oltranza sul in cima all’edificio dell’università di Fisciano. Studenti e ricercatori assicurano che scenderanno soltanto quando saranno certo che il provvedimento del governo non sarà passato.
PISA. Gli studenti dell’ateneo pisano hanno occupato sette facoltà, ma la loro protesta non si è fermata all’interno dell’università. Sono scesi in uno dei viali principali della città, spiegano in una nota, per bloccare il traffico e condividere con i cittadini le ragioni della protesta. Occupate anche le presidenze di Lettere e Scienze per chiedere la sospensione della didattica finché il ddl è al vaglio del Parlamento.
TORINO. Anche a Torino studenti e  ricercatori hanno inscenato la loro protesta sul tetto di Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche, trascorrendovi la notte. “Riportiamo in alto l’università” è lo slogan che campeggia sulla facciata dell’edificio occupato. Proprio partendo da Palazzo Nuovo, gli studenti avevano sfilato per le strade del capoluogo fino a raggiungere e occupare i binari della stazione di Porta Nuova.
BARI. Nel capoluogo pugliese l’università si veste a lutto per esprimere il suo dissenso. Nelle sedute di laurea i docenti della facoltà di Lettere e Filosofia porteranno una coccarda nera al braccio per manifestare il “lutto per la cultura italiana e come forma di dissenso rispetto al testo dell’Atto della Camera 3687 in discussione in aula alla Camera dei deputati”.

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