Denuncia nel Regno Unito, studenti stranieri spiano ricerche e tecnologia
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Regno Unito, è caccia agli studenti “spioni”

da | Mar 2011 | News | 0 commenti

Se a Pechino il governo li controlla per evitare che diventino “rivoltosi”, a Londra il timore riguarda gli studenti stranieri, cinesi in primis, che si iscriverebbero all’università per carpire i segreti della ricerca britannica. La denuncia arriva da Sir James Dyson, un imprenditore noto per aver inventato l’aspirapolvere senza sacchetto. Secondo Dyson, ci sono studenti che arrivano da altri Paesi con il preciso scopo di spiare le innovazioni tecnologiche e scientifiche messe a punto negli atenei del Regno Unito, e lo farebbero servendosi anche di accorgimenti “hi-tech”.

In pratica attraverso speciali software installate nei computer delle università questi “007 accademici” riescono a mettere sotto controllo tutto quello che si muove in ambito universitario e a trasferire le informazioni nella madrepatria anche dopo che il loro corso di studi è terminato.

Davanti a questo scenario da “Grande fratello universitario“, il produttore e sviluppatore di nuove tecnologie (così si definisce) si dice frustrato per il modo in cui, attraverso questo stratagemma, imprese e governi esteri si appropriano di intuizioni e progetti nati in seno alle università della Gran Bretagna.

Al Sunday Times Dyson dice anche di avere le prove di questi episodi di pirateria universitaria, che a sui dire sono diffusissimi. Ma non le mostra. Si limita a citare gli atenei più blasonati, come Cambridge e l’Imperial College, come esempio di poli formativi e di ricerca d’eccellenza dove i Paesi stranieri sono disposti a far iscrivere i loro “studenti spia” paganto rette decisamente non alla portata di tutti.

“I ragazzi tornano poi a casa e iniziano a farci concorrenza. È una follia” aggiunge l’imprenditore criticando con una vena xenofoba l’antusiasmo con cui gli atenei britannici accolgono gli studenti di altri Paesi. Che episodi di questo tipo possano accadere è certo, ma che si tratti di un fenomeno diffuso è tutto da verificare. Il sottosegretario all’Università David Willetts ha annunciato che prenderà visione con attenzione delle prove che Sir Dyson afferma di aver raccolto.

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