Lo scorso gennaio avevano occupato la facoltà di Scienze politiche della Statale. Ora per otto studenti dell’ateneo milanese, di cui sette iscritti alla facoltà di Scienze politiche, è cominciata una procedura interna che potrebbe concludersi con un pesante provvedimento disciplinare. Oggetto del procedimento è l’occupazione di uno spazio in via Livorno, che si è conclusa dopo un paio di giorni a seguito dello sgombero da parte delle forze dell’ordine.
Il rettore della Statale Enrico Decleva ha invitato gli otto studenti a comparire davanti alla commissione disciplinare mercoledì 16 marzo. A seguito della segnalazione del preside di facoltà Daniele Checchi, ha scritto il rettore ai ragazzi, “il senato accademico ha deliberato di avviare un procedimento disciplinare”.
L’occupazione non è stata “archiviata” alla stregua di eventi analoghi perché pare che ci sia stato un alterco finito con spinte a una professoressa e al preside Checchi. All’episodio è seguita una denuncia a carico dei ragazzi da parte della Digos e ora l’iter disciplinare all’interno dell’università milanese.
Ora bisogna aspettare il 16 marzo per capire quale potrà essere l’entità della “sanzione” eventualmente comminata agli otto: il regolamento di ateneo prevede punizioni che vanno dall’ammonizione scritta alla sospensione fino al divieto di accedere a biblioteche, sale studio e spazi comuni per sei mesi. Ma la sanzione più grave arriva a stabilire che per un intero anno accademico non si possa accedere ai corsi e su decisione del rettore addirittura delle sessioni d’esame.
Dall’Assemblea di studenti di Scienze politiche arriva la ferma condanna nei confronti della decisione di portare gli studenti davanti alla commissione disciplinare. L’Assemblea rivendica di aver voluto restituire agli studenti della Statale – attraverso l’occupazione messa in atto in concomitanza con lo sciopero Fiom del 28 gennaio – uno spazio del dipartimento di Storia utilizzato soltanto un giorno a settimana per il ricevimento degli studenti di Lingue.
Per il movimento studentesco, dunque, la motivazione dell’azione disciplinare è politica. “L’intento è quello di colpire gli studenti che nei precedenti anni, durante l’onda contro la riforma “Gelmini” e durante le ultime mobilitazioni, hanno tenuto vive le lotte all’interno della facoltà”. Per questo varie sigle studentesche annunciano due giornate di mobilitazione con presidi di protesta martedì 15 e mercoledì 16 marzo rispettivamente nel chiostro centrale della sede di via del Perdono e presso la presidenza della facoltà di Giurisprudenza della Statale.