Non solo Roma. Da Palermo a Novara, da Bari a Trieste, sono 47 le città in tutta Italia che ieri, sabato 9 aprile 2011, hanno visto scendere nelle piazza i lavoratori precari, a tempo determinato, atipici, stagisti, ricercatori, partite iva e freelance per la manifestazione nazionale “Il nostro tempo è adesso”. Un massa di giovani (e meno giovani) che ogni giorno è frammentata in mille lavori, in mille luoghi diversi, in mille personali difficoltà ma che per un giorno ha sfilato compatta per uscire dal limbo dell’invisibilità cui il precariato spesso confina.
A Napoli le cifre non ufficiali parlano di 5mila precari da tutta la Campania, che hanno sfilato ieri da piazza Mancini a piazza del Gesù Nuovo rivendicando “un Paese a precarietà zero”. Studenti e lavoratori insieme: in prima fila gli universitari, “precari del futuro”, dietro di loro sventolano le bandiere Fiom degli operai della Fiat di Pomigliano, dove già in 200 hanno perso il loro precario posto di lavoro. Attimi di tensione in corso Umberto, quando un gruppo di studenti ha lanciato della vernice rossa contro la sede della banca Montepaschi Siena. A fischiarli – emarginandoli e stigmatizzandone il gesto – sono stati gli stessi partecipanti al corteo.
A Padova invece la riuscita della manifestazione è stata pregiudicata da un gruppo di giovani, che a pochi minuti dall’inizio del corteo ha inveito contro un banchetto dei Giovani Padani, in piazza Garibaldi, rovesciandolo. Pd e Cgil hanno deciso di abbandonare la piazza in segno di solidarietà alla Lega, sospendendo la manifestazione. Nessun incidente invece a Torino, dove alcune migliaia di precari (300 secondo la questura) ha sfilato per le vie del centro, fino a piazza Castello, davanti alla sede della giunta regionale, dove un appello è stato lanciato all’indirizzo del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “Chiediamo un lavoro dignitoso e sicuro, sufficiente ad assicurare a tutti un’esistenza libera e dignitosa”.
Ad Ancona sono 3.500 i giovani precari che stanno manifestando insieme al segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. A Novara manifestazione in piazza Matteotti, a Trieste in piazza Cavana, a Genova centinaia di precari si sono ritrovati in piazza San Lorenzo. A Livorno il gruppo di precari Wake Up e il Comitato 9 Aprile avrebbero svolto un’azione di protesta all’interno di un call center. A Milano in centinaia hanno aderito all’appello, presentandosi alle Colonne di San Lorenzo per un pomeriggio di musica e testimonianze. “Siamo qui per dare voce a una generazione a cui nessuno vuole dare una risposta”.
Un grido che ha valicato anche i confini nazionali: giovani sono scesi in piazza al grido di “Il nostro tempo è adesso” anche a Washington e a Bruxelles, dove sono numerosi precari e stagisti italiani in forze alle istituzioni europee, spesso impiegati negli uffici di enti nazionali.