Una ricerca americana rivela: "Pensare positivo aiuta il cuore"
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Pensare positivo aiuta il cuore: il risultato di una ricerca americana sui legami tra psiche e infarto

da | Ott 2013 | News | 0 commenti

Pensare positivo ed essere soddisfatti della propria vita aiuta il cuore, riducendo il rischio di incorrere in problemi cardiovascolari. Lo rivela uno studio condotto all’Università Johns Hopkins di Baltimora, negli Usa, e pubblicato sull’American Journal of Cardiology: “Possedere un carattere allegro, essendo capaci di vedere sempre il lato positivo delle cose, influisce – spiega Lisa R. Yanek, docente alla facoltà di Medicina generale e coordinatrice della ricerca – sul proprio stato di salute e contribuisce, come risultato, a farci restare più sani”.

Già in passato altri studi avevano rilevato che i depressi e gli ansiosi hanno più probabilità di ammalarsi di cuore e di morirne rispetto alle persone con un carattere più solare. Ciò che adesso questa nuova ricerca vuole evidenziare è che, nonostante la presenza di fattori di rischio coronarico, le persone che sono portate a pensare positivo nella vita tenderanno ad avere maggiore cura di sé e, quindi, avranno meno possibilità di incorrere in patologie cardiovascolari. Come questo sia possibile ancora non è del tutto chiaro, ma sicuramente gioca un ruolo fondamentale la forma di interazione benefica che si crea tra corpo e mente.

Per giungere alla conclusione che pensare positivo aiuta il cuore, il team di ricercatori è partito da alcune informazioni raccolte per un altro scopo, ovvero per uno studio genetico sul rischio di aterosclerosi: si tratta, più precisamente, di dati riguardanti 1.500 fratelli sani di individui che hanno avuto “eventi coronarici” prima dei 60 anni. A tali soggetti è stato, inoltre, somministrato un questionario con 19 domande, tramite il quale è stato possibile evidenziare stati d’animo sia positivi sia negativi, come l’ansia o la vitalità. Dopodiché, seguendo queste persone (senza apparenti malattie cardiache) per un periodo compreso tra 5 e 25 anni, si è osservato che a un maggior ottimismo sono sempre correlate minori probabilità di subire un infarto.

Tramite questa analisi, si è potuto constatare che a un atteggiamento positivo è correlata una riduzione di un terzo degli “eventi coronarici”, e tra coloro ritenuti a più alto rischio la riduzione è stata quasi del 50 per cento. Per convalidare tali risultati, i ricercatori hanno esaminato anche informazioni equivalenti nella popolazione “standard”, utilizzando i dati dei seimila partecipanti all’indagine denominata “National Health and Nutrition Examination Survey”: anche in questo caso è stato confermato che un temperamento ottimista può solo portare benefici, con una riduzione del rischio coronarico pari al 13 per cento.

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