Lo smartpone con gli Oled. Intervista ai vincitori Nup 2008
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Nup 2008, metti gli Oled nello smartpone

da | Apr 2011 | News | 0 commenti

Il progetto dei vincitori 2008 di Nokia University Program non è diventato un modello di smartphone disponibile sul mercato, ma molte delle intuizioni messe assieme dal gruppo di lavoro della D’Annunzio di Pescara si ritrovano in tanti cellulari e questo è un gran motivo di soddisfazione per i giovani progettisti. Ce lo conferma Fabio D’Agostino, che con altri tre studenti dell’ateneo abruzzese – Luca D’Eugenio, Francesco Guerrieri e Marta D’Orazio – ha messo a punto W@yWeb, un prototipo che riuniva in un solo telefonino touch screen, wi-fi e un secondo schermo più grande.

Fabio, com’è nata l’idea di partecipare al concorso?
Una volta venuti a conoscenza del concorso nel 2008, abbiamo voluto provare, prendendo la partecipazione come stimolo per il nostro percorso formativo, forti della fiducia del nostro professore, Andrea Prencipe, e dei tutor Daniela Iubatti e Irene Beccarini. Il Nokia University Program 2008 aveva come obiettivo la progettazione di un telefono cellulare adatto alla navigazione internet, e soprattutto lo sviluppo dei servizi da implementare intorno a questo nuovo dispositivo.

È vero che prima di mettere a punto il progetto avete testato le esigenze del mercato?
In principio avevamo tantissime idee, piuttosto confuse e difficili da mettere a punto tutte insieme. Abbiamo poi pensato: “Perché non chiedere ai diretti interessati?”. Così abbiamo elaborato una ricerca di mercato basata su due step: il primo con interviste faccia a faccia (svolte in prevalenza all’interno della nostra università); il secondo con interviste su forum specializzati, come ad esempio Telefonino.net. Le interviste facevano leva sui bisogni che i vari intervistati avevano nel viaggiare su internet tramite i propri telefoni cellulare. Sicuramente l’intervista che ci ha dato risultati più convincenti è stata quella del secondo step, sui forum specializzati. In questo modo abbiamo individuato le caratteristiche che il nuovo dispositivo doveva assolutamente avere: ampio schermo, touch screen, wi-fi.

Così sapevate cosa voleva il consumatore…
Da qui la strada divenne in discesa. Individuammo la tecnologia adatta a uno schermo grande e non ingombrante e implementammo questo nuovo cellulare, il W@yWeb, che presenta uno schermo da 3,2 pollici con una risoluzione di 16 milioni di colori TFT, ha una fotocamera da 7,2 megapixel con lenti Carl Zeiss. Lo schermo ampio è completamente touch screen, con riconoscimento della pressione di due dita in contemporanea. Al suo interno anche un Gps e il wi-fi. Ma la novità più accattivante è sicuramente l’introduzione di un secondo schermo di 8 pollici estraibile dal lato destro del dispositivo, anch’esso touch screen. La possibilità di avere uno schermo estraibile così grande è data dalla nuova tecnologia Oled (Organic light emitting diode), che permette la realizzazione di schermi spessi come un foglio di carta e soprattutto flessibili (facendo sì che lo schermo si chiuda arrotolandosi all’interno del dispositivo).

Poi c’erano da progettare i servizi complementari…
Come dicevo, non bastava implementare semplicemente un nuovo dispositivo, ma bisognava pensare a un servizio internet che potesse rendere piacevole e utile la navigazione. Nokia ha messo così a disposizione la piattaforma Ovi: il portale nel 2008 era solo una pagina internet con tante prospettive, ma ancora non sviluppata. Così abbiamo introdotto tante novità al suo interno: dalla possibilità di condivisione file (come un vero e proprio social network) a quella di scaricare giochi e mapper per Gps, dall’utilizzo di widget per personalizzare la pagina al sistema di feedback per selezionare video o file più vicini ai propri gusti. Infine abbiamo condito il tutto con un’iniziativa chiamata “Racconta un’emozione”, dove ogni utente poteva caricare su Ovi un video, e con un sistema di votazioni si sceglieva l’utente autore del video più bello che veniva premiato con l’invio di un cellulare W@yWeb. Naturalmente, oltre a questi progetti, abbiamo elaborato anche un piano di marketing che potesse sostenere il prodotto da noi realizzato. Così soffermandoci sulle leve del marketing, scegliendo accuratamente il prezzo di lancio (699 euro), individuando le catene di distribuzione più efficaci (Gds, Gdo e canali distributivi Nokia), ed elaborando una buona comunicazione, basata prima sullo street marketing, per creare hype sul prodotto, e, in un secondo momento, sui canali così detti indifferenziati (tv, giornali, radio, ecc…).

Che destino ha avuto l’applicazione dopo il concorso?
Purtroppo il cellulare non è stato mai realizzato, anche se, nel nostro viaggio premio in Finlandia abbiamo parlato con uno dei responsabili Nokia e ci ha rivelato che un dispositivo del genere verrà introdotto nel mercato a breve. Poi su Ovi.com si può notare che ci sono alcuni servizi che noi abbiamo preso in considerazione. Per il resto, siamo soddisfatti anche del fatto che oggi tutti i telefoni cellulari utilizzano la tecnologia Oled, anche se non proprio come l’avevamo pensata noi.

Insomma, che bilancio avete tratto da quell’esperienza?
Sicuramente la partecipazione al concorso è stata un’esperienza fantastica. Oltre al fatto di essere cresciuto nel lavoro in team e nella leadership, è stata utile anche per confrontarmi con i miei colleghi-amici. E proprio l’affiatamento che abbiamo raggiunto alla fine del percorso ci ha dato la possibilità di arrivare fino alla finale e di vincerla. Anche i miei colleghi sono stati soddisfatti di quello che abbiamo realizzato, dell’esperienza e anche della possibilità che ci è stata data di un viaggio in Finlandia. Questo ha reso possibile anche la nascita, o comunque l’approfondimento, di una grande amicizia tra di noi. Non nego che ci siano stati dei momenti difficili, quando per esempio c’era disaccordo su determinati punti, ma questo è stato di stimolo per venire a capo della situazione e cercare una soluzione che potesse andare bene a tutti. Molti incontri sono durati anche 6-8 ore, con grandi sacrifici da parte nostra poiché era anche un periodo di esami.

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