Le ragioni del calo di immatricolazioni in Italia spiegate dall'OCSE
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OCSE, ecco perché la laurea non attrae più: “In Italia poco lavoro per i dottori e retribuzioni basse”

da | Lug 2013 | News | 0 commenti

In Italia i laureati non solo non trovano facilmente lavoro, ma hanno uno stipendio sotto la media OCSE. Ecco perché, secondo il rapporto OCSE Education at a Glance 2013, nel Belpaese crollano i tassi di immatricolati e di giovani che sognano la laurea. A proposito della netta diminuzione delle matricole si era già levato nell’inverno scorso il grido d’allarme del Consiglio Universitario Nazionale (CUN), che segnalava come in un decennio il calo sia stato tanto drammatico che è come se fosse sparito un ateneo delle dimensioni della Statale di Milano.

Ci si iscrive sempre meno all’università e, viste le difficoltà nel trovare lavoro, crescono i NEET, ossia i giovani che non studiano, non hanno un lavoro e non sono inseriti in un percorso di formazione professionale. La percentuale di NEET tra i 15 e i 29 anni in Italia è del 23,2 per cento, mentre la media OCSE è del 15,8 per cento.

Il rapporto dell’OCSE lascia presagire che il calo delle immatricolazioni non è destinato ad arrestarsi nel breve periodo: l’università, infatti, attrae sempre meno anche in prospettiva, tanto che i 15enni che sperano di arrivare alla laurea sono diminuiti di più del 10 per cento tra il 2003 e il 2009. Eppure, avverte l’OCSE, proseguire con gli studi migliora leggermente le probabilità di trovare un lavoro: la disoccupazione tra i 25 e i 34enni senza istruzione secondaria superiore è aumentata del 3,6 per cento tra il 2008 e il 2011 (media OCSE: 4,5 per cento), del 2,9 per cento per i giovani diplomati (media OCSE: 3,1 per cento) e del 2,1 per cento per i giovani con un livello di istruzione terziaria (media OCSE: 2,2 per cento).

Secondo l’OCSE, a tenere i giovani italiani lontani dagli atenei è un insieme di fattori: l’aumento delle tasse, le difficoltà che i laureati incontrano nel trovare lavori qualificati e il fatto che le retribuzioni dei ‘dottori’ italiani siano più magre rispetto alla media di quelle degli altri Paesi considerati nell’indagine. Quelli con gli stipendi più bassi sono in particolare i laureati di età compresa tra i 25 e i 34 anni, che guadagnano appena il 22 per cento in più rispetto ai loro coetanei che hanno solo il diploma, mentre la media OCSE è del 40 per cento. Va un po’ meglio con l’avanzare dell’età: i laureati 55-64enni guadagnano infatti il 68 per cento in più rispetto ai coetanei diplomati, ma in ogni caso si resta al di sotto della media OCSE, che si attesta al 73 per cento in più.

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