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Test di ammissione basati sulla logica. A fine mese il decreto

da | Giu 2011 | News | 0 commenti

Logica e comprensione del testo al centro dei test di ammissione per l’anno 2011/2012. A quanto pare sarà questa la grande novità delle prove per l’accesso ai corsi a numero chiuso previste per gli inizi di settembre. La commissione che doveva mettere a punto il decreto con il quale saranno decisi contenuti e modalità ha terminato il suo lavoro e il provvedimento sarà promulgato entro la fine del mese.

I circa 200 mila studenti che dopo la maturità vorranno tentare l’ingresso a corsi di laurea ad accesso programmato sono avvertiti: meno letture e test sulla morte di Garibaldi o sul Cubismo e più attenzione verso rompicapo come successioni di parole, serie numeriche da completare e sillogismi.

Questa nuova impostazione dovrebbe garantire una parità di trattamento maggiore tra gli studenti che arrivano dai licei, con una forte impostazione umanistica e quindi avvantaggiati sulla cultura generale, e quelli che invece hanno frequentato gli istituti tecnici e professionali.

Secondo la bozza di decreto i quesiti logici e di comprensione del testo già ai prossimi esami di ammissione saranno 40 per chi vuole entrare a Medicina, 20 per Veterinaria e 32 ad Architettura. Quello che resta delle complessive 80 domande sarà dedicato alle materie specifiche dell’indirizzo di studi che s’intende intraprendere.

Il decreto potrebbe prevedere un’altra novità lungamente attesa ma resa impossibile da realizzare per la mancanza di banche dati nazionali sul rendimento degli studenti. Dal prossimo anno accademico nella valutazione finale potrebbe contare non soltanto l’esito del test di ammissione, ma anche la “performance” agli esami di maturità e i voti ottenuti negli ultimi tre anni di superiori, che potrebbero contribuire a determinare una parte del punteggio complessivo.

Non è partito invece un altro strumento di innovazione per il quale il Miur aveva chiesto una disponibilità degli atenei lombardi alla sperimentazione, ricevendo un diniego per ragioni organizzative. Si tratta della introduzione delle graduatorie a livello regionale, che se approvate avrebbero consentito a chi non riesce ad accedere nel corso di laurea per cui ha fatto il test, di confrontare il proprio punteggio con le graduatorie di altri atenei della regione e magari accedervi.

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