Per la prima volta dal 1974 il premio Nobel per la letteratura viene assegnato a uno svedese: si tratta dell’80enne poeta Tomas Transtromer, che pare si sia seduto ad ascoltare musica per rilassarsi quando gli è stata comunicata quella che ha definito “una bella notizia”. Prima di Transtromer il riconoscimento per la letteratura era andato ai suoi connazionali Eyvind Johnson ed Harry Martinson, nel ’74 appunto, ma scatenò aspre polemiche perché i due erano membri dell’Accademia reale che assegna i Nobel.
Transtromer, nativo di Stoccolma, ha ricevuto i più prestigiosi riconoscimenti per la sua carriera di poeta, scrittore e traduttore. Il suo nome era stato spesso evocato come “papabile” ma quest’anno non era tra i più gettonati: si parlava infatti del poeta siriano Adonis, del giapponese Haruki Murakami, di Philip Roth, Thomas Pynchon, Cormac McCharty, Salman Rushdie, Amos Oz. Tutti mostri sacri della letteratura a cui si era aggiunto qualche outsider come Bob Dylan e tra gli italiani Antonio Tabucchi e Claudio Magris.
Alla fine l’ha spuntata Tomas Transtromer, al quale il prossimo dicembre sarà consegnato l’assegno da 10 milioni di corone (oltre un milione di euro) per aver offerto, recita la motivazione dell’Accademia svedese, “un nuovo accesso alla realtà” attraverso le immagini e le atmosfere disegnate dai sui versi. Il premio al poeta svedese segue il Nobel per la medicina assegnato lunedì 3 ottobre, quello per la fisica di martedì 4, e quello di ieri per la chimica.
Il Nobel per la chimica è andato all’israeliano Daniel Shechtman, scopritore dei cosiddetti “quasicristalli“: in pratica il chimico, ormai nel lontano 1982, ha verificato che non sempre nella materia solida gli atomi di dispongono in cristalli in maniera simmetrica, anche se questa asimmetria si ripete secondo regole matematiche. Una scoperta che è costata molta sofferenza a Shechtman, che ha impiegato molto tempo e fatica a dimostrare la validità della sua ricerca alla comunità scientifica internazionale, fin dall’inizio molto scettica sulle sue teorie.
Importante ma ancora da verificare, almeno secondo Marghrita Hack, la scoperta che invece è valsa il Nobel per la fisica a Saul Perlmutter dell’Università di Berkeley, Adam Riess dell’Università di Baltimore e l’Brian Schmidt dell’Australian National University. I tre sono gli autori di due diverse ricerche sulla cosmologia che dall’osservazione dell’esplosione di stelle, le supernovae, hanno dedotto che l’universo si espande a un ritmo sempre più rapido, mentre prima d’ora le teorie più accreditate ritenevano che dopo il big bang l’espansione dell’universo fosse destinata a rallentare. Lo statunitense Perlmutter riceverà metà dell’assegno da 10 milioni di corone svedesi, mentre al team dell’australiano Schmidt e dell’altro statunitense Riess andrà l’altra metà della cifra.