L’Università di Cagliari ha conferito al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il sigillo d’oro, massimo riconoscimento accademico, per l’attenzione costante nei confronti delle giovani generazione e delle problematiche che le affliggono, oltre che della cultura e dell’università. A consegnarlo al capo dello Stato, il rettore dell’ateneo sardo Giovanni Melis, che ha ricordato come spesso i ragazzi siano spinti all’emigrazione, auspicando un ruolo di maggior rilievo per l’università, che – ha spiegato Melis – possiede le energie e le qualità per rigenerare “l’immagine internazionale del Paese”.
Il rettore dell’Università di Cagliari ha sottolineato il ruolo di ascensore sociale svolto dal suo ateneo, evidenziando anche lo slancio verso gli atenei dei Paesi esteri in termini di collaborazioni e scambi di esperienze. Tutto questo non sena ricordare la preoccupazione per un decreto legislativo in dirittura d’arrivo che legando il reintegro dei dipendenti andati in pensione alla contribuzione degli studenti attraverso le rette, rischierebbe di penalizzare gli atenei che operano nelle realtà più povere del Paese.
La visita di Napolitano in Sardegna, che prosegue domani con la partecipazione alle celebrazioni del 450esimo anniversario dell’Università di Sassari, è stata segnata dalle proteste di alcuni studenti, dei pastori sardi e di altri movimenti di protesta. Il capo dello Stato ha risposto indirettamente alle contestazioni invocando nuove politiche di sviluppo che parallelamente alla fase del risanamento delle casse statali consentano di avviare il rilancio del Paese e del Sud in particolare.
Napolitano si è anche detto convinto che non si debba procedere con tagli indiscriminati, ma “distinguendo ciò che va tagliato e ciò che non va tagliato”. E ha risposto alle critiche spiegando: “Non rappresento né le banche, né il capitale finanziario, come qualcuno umoristicamente crede e grida” e aggiungendo: “Dobbiamo occuparci di chi non ha”.
Parole di speranza sono giunte dal presidente della Repubblica anche in relazione alle riforme istituzionali. Come già aveva fatto a Bologna in occasione della laurea ad honorem, Napolitano ha ricordato a Cagliari che è responsabilità della politica utilizzare quest’anno che ci separa dal voto per superare la conflittualità che ha caratterizzato il bipolarismo e mettere in moto in Parlamento il “cantiere” della revisione costituzionale.
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