È morto ieri sera a Roma
Nicola Cabibbo, 75 anni, un grande della fisica teorica, noto in tutto il mondo per le sue scoperte che hanno rivoluzionato la
fisica delle particelle.
Docente ad Harvard nei primi anni ’60, Cabibbo insegnò poi fisica teorica e delle particelle in Italia, prima all’Università dell’Aquila e successivamente nelle università romane Tor Vergata e la
Sapienza. Oggi i funerali nella capitale.
Tanti sono i traguardi che hanno caratterizzato il percorso scientifico di Cabibbo. L’inventore del cosiddetto “
angolo di Cabibbo” diventò famoso a livello mondiale proprio con un articolo pubblicato dalla rivista Physical Review nel 1963, la pubblicazione scientifica più citata della storia.
Presidente per 17 anni – dal 1993 – della Pontificia Accademia delle Scienze, Cabibbo lavorò al
Cern di Ginevra, al Lawrence Radiation Laboratory di Berkeley, all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, poi nominato membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei e della
National Academy of Sciences. Nomina di alto prestigio, quest’ultima, considerando che dell’Accademia in questione fanno parte solo altri tre italiani: Rita Levi Montalcini, Giorgio Parisi e Carlo Rubbia.
A segnare la sua carriera anche un
Nobel mancato nell’ottobre del 2008, quando a vincere l’ambito premio fu il modello “Cabibbo-Kobayashi-Maskawa” che prendeva il nome dai tre scienziati che vi avevano lavorato, ma di cui solo gli ultimi due, giapponesi, furono premiati. Un evento che diede adito a varie polemiche sul mancato riconoscimento di Cabibbo.
(Foto Flickr di Marcella Bona)