Marco Simoncelli è morto in pista, sul circuito malese di Sepang, mentre affrontava il secondo giro di gara. A 24 anni una caduta ha spezzato la vita del pilota italiana nella maniera più drammatica. Il casco è volato via e altri due colleghi, Colin Edwards e Valentino Rossi, non sono riusciti a evitare il suo corpo investendolo. La celerità dei soccorsi non è servita a evitare il peggio, dal momento che il giovane pilota di cattolica, diplomato in gestione delle comunità alberghiere, è arrivato al centro di primo soccorso del circuito con il cuore già fermo e il segno evidente di una ruota sul collo.
Inutile l’arrivo di un elicottero atterrato poco dopo sul circuito per portare Simoncelli all’ospedale di Kuala Lumpur. Alle 10,56 ora italiana il terribile incidente ha interrotto la vita e la carriera di un pilota gioviale ed esuberante. Ad assistere alla gara c’erano anche la fidanzata e il padre Paolo, che nonostante il dolore ha avuto la lucidità di chiedere, purtroppo invano, che gli organi di Marco siano donati a chi necessita di un trapianto.
In un video postato pochi giorni fa, Marco Simoncelli salutava i suoi tifosi raccontando le sue speranze di podio nella gara di oggi in Malesia. Valentino Rossi, grande amico di SuperSic, è rimasto sconvolto dalla tragedia: in lacrime e sena parole, ha maledetto il momento in cui non è riuscito a impedire che le ruote della sua moto passassero sopra il corpo di Simoncelli.
Commosse le reazioni dei colleghi e del mondo dello sport in generale, dal pilota di superbike Melandri al minuto di silenzio alla partenza del Rally di Catalogna. Sentito anche il cordoglio del presidente del Coni Gianni Petrucci, in rappresentanza dello sport italiano. La vita è sacra e non si può morire a 24 anni per una gara”.