Codice etico anche a Economia: alla Lumsa debutta la promessa Genovesi
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Alla Lumsa debutta la “promessa Genovesi”, il codice etico per i laureati in Economia

da | Mag 2014 | News | 0 commenti

Anche i laureati in Economia, come quelli in Medicina, dovranno d’ora in poi fare una sorta di giuramento al momento del conferimento del titolo. Si tratta della “promessa Genovesi”, che per la prima volta in assoluto farà il suo debutto alla Libera università Maria Santissima Assunta (Lumsa) di Roma. Esattamente come accade con i neo dottori, chiamati a rispettare il giuramento di Ippocrate, così i futuri economisti dovranno giurare di rispettare nel corso della loro carriera professionale un codice etico che consta di cinque fondamentali principi.

La promessa che gli studiosi del mercato e delle finanze sono chiamati a rispettare prende il suo nome dal primo cattedratico di Economia nella storia, Antonio Genovesi, che già nel 1754 si faceva portavoce di valori come la fiducia, la pubblica felicità e la mutua assistenza. “Si tratta di un passaggio importante per il nostro Ateneo – dichiara il rettore della Lumsa, Giuseppe Dalla Torre – perché occorre prestare attenzione all’economia civile, al suo profilo etico e al superamento della concezione individualistica che ora la caratterizza”.

I principi che compongono il codice etico che gli studiosi di Economia si impegneranno a rispettare con la “promessa Genovesi” sono cinque. Innanzitutto, dovranno “guardare – si legge nel testo del giuramento – al mercato come un insieme di opportunità di mutuo vantaggio e senza discriminazioni di lingua, sesso, credo o colore della pelle”. Dopodiché, i lavoratori non dovranno mai essere trattati da loro né solo come un costo né solo come un capitale. “Riconosceranno nel corso della propria pratica professionale che lavoratori, soci, colleghi fornitori o clienti sono anzitutto persone e come tali le rispetteranno”.

La “promessa Genovesi” prevede, anche, che i futuri economisti si rapportino con i propri interlocutori con fiducia, benevolenza e correttezza. Inoltre, dovranno vivere il proprio lavoro “come luogo di realizzazione personale e come contributo al bene comune“. Sicuramente si tratta di tutti valori, di cui – dichiara Luigino Bruni, ideatore dell’iniziativa – “abbiamo bisogno anche oggi”. Adesso ciò che ci si augura è che altre università ben presto seguano l’esempio avviato dall’ateneo romano e adottino un codice etico.

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