Dovevano essere aule, biblioteche, un centro servizi e un museo archeologico: in tutto sei edifici in via San Nicola a Lecce che avrebbero fornito nuovi servizi all’Università del Salento. Il cantiere però è stato sequestrato dai carabinieri su ordine del Gip del Tribunale. Le indagini degli uomini del Nucleo operativo ecologico dell’Arma sono partite a ottobre 2010 a seguito delle segnalazioni fatte dai residenti della zona, che hanno denunciato fastidiose esalazioni di idrocarburi nell’area del cantiere, denominata “Studium 2000“.
In effetti, i successivi controlli dell’Arpa hanno evidenziato la presenza di idrocarburi pesanti nel terreno in quantità superiore al consentito, tali da poter comportare un rischio di inquinamento della falda acquifera. L’ipotesi di reato è quella di avvelenamento colposo delle acque.
Il rettore dell’Università del Salento, Domenico Laforgia, invita alla calma e ad attendere l’esito delle indagini per capire qual è l’estensione dell’area inquinata. “Confidiamo in un rapido accertamento dei fatti”, spiega, e conferma la sua “massima fiducia nella magistratura”. Il cantiere, per un valore complessivo di 6 milioni di euro, è finanziato con fondi Cipe del 2004, con i quali si dovranno realizzare le strutture destinate ad ospitare locali dei dipartimenti delle facoltà umanistiche.
Proprio per rispettare i tempi previsti dal finanziamento europeo, il rettore auspica che le indagini si concludano in tempi brevi, consentendo così l’eventuale intervento di bonifica e la ripresa dei lavori. “Non vorremmo perdere i finanziamenti per un problema su cui non abbiamo alcuna responsabilità” spiega Laforgia. Il procuratore aggiunto Ennio Cillo ha nominato due consulenti per verificare l’entità della contaminazione e le modalità di bonifica, mentre si indaga per capire da dove arrivano gli idrocarburi rinvenuti sotto il cantiere. Al momento non risultano indagati.