Un italiano tra i 10 scienziati più bravi del mondo: si chiama Dario Autiero, lavora al Cnrs (il Cnr francese) ed è balzato di recente agli onori della cronaca scientifica, anche tra i profani, spiegando al mondo dal Cern di Ginevra che i neutrini viaggiano più veloci della luce. “Il timido fisico che ha sfidato Einstein”, così viene dipinto dalla rivista Nature, che lo inserisce nella prestigiosa lista dei 10 top scientist che hanno fatto la differenza nel 2011: coloro che, nel bene o nel male, “hanno avuto un impatto nel campo scientifico”.
“Sono molto onorato di questa decisione di ‘Nature’ – ha dichiarato ieri il professor Autiero all’Ansa – penso che ci premia del lavoro fatto in questi anni: non mi riferisco soltanto a me, ma ai miei collaboratori”. Lo scienziato italiano è finito sotto i riflettori mondiali lo scorso settembre quando insieme al suo team, impegnato nel esperimento internazionale Opera, ha annunciato risultati che potrebbero rivoluzionare la fisica moderna: neutrini più veloci della luce. Se i dati fossero confermati, una scoperta in grado di sfidare la relatività speciale di Einstein e di riscrivere i libri di fisica.
Ma si tratta di un processo scientifico su cui il lavoro da fare è ancora tanto. “I media hanno tempi completamente diversi – ha dichiarato Autiero – Vogliono risposte subito, quando come scienziato mi servono anni per cercarle”. “Per noi – spiega Autiero all’Ansa con spirito galileiano – il valore del lavoro fatto fin dall’inizio era indipendente dal risultato. Si lavora, per così dire ‘alla cieca’ e facciamo di tutto per avere i dati più attendibili, senza farci influenzare dal risultato”.
Insieme allo scienziato italiano, tra i ricercatori che hanno segnato gli ultimi 365 giorni di scienza a livello globale troviamo l’ingegnere egiziano Essam Sharaf, che ha tentato di rifondare la scienza sulla scia della rivoluzione di Piazza Tahrir, ma anche Tatsuhiko Kodama, “accademico emotivo” e direttore del centro sui radioisotopi dell’Università di Tokyo che ha rivolto una pubblica accusa al governo giapponese in merito alla gestione dell’incidente alla centrale nucleare di Fukushima.
E poi Sara Seager, la “cercatrice di pianeti”; John Rogers, che lavora alla fisica “per amore della tecnologia”; Mike Lamont, grazie al cui contributo possiamo vedere in azione il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern. E sulla vetta dei “personaggi scientifici” dell’anno Nature piazza anche Danica May Comacho, che scienziata (ancora) non è, ma con la sua nascita ha fatto arrivare a 7 miliardi il numero degli individui sul pianeta.