Non solo ricerca scientifica, negli obiettivi dell’Unione Europea dovrebbe esserci anche la
ricerca per la conservazione del
patrimonio artistico e culturale. La proposta tutta italiana, ha ricevuto l’approvazione dell’Ue lo scorso dicembre, e ieri c’è stata la firma di un importante accordo per dare avvio a un progetto di coordinamento che l’Europa ha affidato completamente all’Italia.
Il ministro dell’Università e della Ricerca,
Mariastella Gelmini, e il ministro per i Beni e le Attività Culturali,
Sandro Bondi hanno così firmato una dichiarazione per avviare le attività di coordinamento di quella che è stata chiamata la “Programmazione congiunta della Ricerca europea nel settore della conservazione e la sicurezza del patrimonio culturale”.
In altre parole, si tratta di un modo per tenere insieme i vari
programmi nazionali di ricerca nel settore dei beni culturali, e che riguarda esclusivamente la
ricerca pubblica in determinati settori che “non possono essere affrontati singolarmente dagli stati”.
Il fatto che la proposta sia arrivata proprio dall’
Italia, del resto, non è un caso. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Miur: “L’Italia oltre ad essere il Paese al mondo che detiene il maggior numero di siti riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, è lo Stato che con oltre 40 milioni di euro l’anno investe di più in Europa nel settore della ricerca applicata alla conservazione dei beni culturali”.