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Da un’indagine di Page Executive emerge che il 67% degli italiani è insoddisfatto della propria posizione lavorativa. Anche i top manager si rispecchiano in questa indagine non fanno la differenza. Sono stati 4.500 i top manager che hanno preso parte all’indagine in viari paesi del globo come: Francia, Italia, Spagna, Germania, Brasile, Messico, Colombia, Regno Unito e Stati Uniti. Ciò che ne emerge è un dato significativo: il 67% non sono soddisfatti del proprio lavoro e della propria retribuzione.
L’indagine di Page Executive
I dati sono inequivocabili: quasi la metà (il 46%) delle persone intervistate, in Europa e nel mondo, ha intenzione di lasciare la propria azienda attuale entro i prossimi cinque anni.
Un dato che sale sensibilmente in Italia (dove si attesta intorno al 60%) e la motivazione è molto chiara: l’82% di coloro che stanno valutando un cambio di azienda cita l’insoddisfazione lavorativa come principale causa, mentre il 67% indica il compenso non in linea con le proprie aspettative
I motivi dell’insoddisfazione
La retribuzione è uno dei fattori chiave della talent retention. Il 92,3% dei dirigenti italiani (in linea con la media europea che si attesta al 90% e con la media globale all’85%) riceve una retribuzione variabile o basata sulle prestazioni che si calcola sulla base della redditività (72%), della crescita dei ricavi (49%) e del margine operativo (41,9%).
Tuttavia, quando si tratta di performance recenti, solo il 39,7% dei dirigenti italiani dichiara di aver ricevuto una retribuzione variabile più alta dell’anno precedente, rispetto ai colleghi europei (43%) e nel mondo (45%). Quando si parla di futuro: solo il 32,9%, infatti, prevede un aumento nei prossimi mesi, rispetto al 39% in Europa e al 52% a livello globale.

