Indagine tasse universitarie nei paesi UE 2015
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Indagine tasse universitarie nei paesi UE 2015: in Italia sono tra le più care

da | Ott 2015 | News | 0 commenti

Laurea mia, quanto mi costi? Secondo l’Indagine tasse universitarie nei paesi UE 2015 realizzata da Eurydice, in Italia frequentare il ciclo di istruzione terziaria è più costoso che nella maggioranza degli altri stati dell’Unione. Il National Student Fee and Support System in European Higer Education 2015/2016, infatti, evidenzia che quanto ad ammontare dei contributi richiesti agli studenti siamo dietro solo a Inghilterra e Paesi Bassi.

 

Mediamente uno studente italiano paga 1.220 euro annui, cifra che è risultata in aumento rispetto all’anno scorso, e se si confrontano i dati nostrani con quelli di altri stati il verdetto è impietoso. Stando all’Indagine tasse universitarie nei paesi UE 2015, in Germania mediamente si spendono circa 40 euro, che servono a coprire solo le spese amministrative (per altro, non dovute neppure in tutti i lander), mentre il resto della formazione è gratuita.In Francia, invece, il 65 per cento degli studenti beneficia dell’esonero totale dal pagamento delle rette, a fronte di un misero 12 per cento italiano. Tutto questo è possibile perché ogni anno in Francia e Germania sono disponibili 2 miliardi per il diritto allo studio, mentre da noi ci si ferma a 490 milioni, di cui 225 provengono direttamente dalle tasse pagate dagli iscritti.

I dati emersi dall’Indagine tasse universitarie nei paesi UE 2015 di Eurydice hanno rinfocolato l’indignazione delle associazioni studentesche, che anni denunciano il fatto che il nostro Paese investa troppo poco sull’Istruzione e sull’Università, lasciando che il finanziamento del sistema accademico ricada per la maggior parte sulle spalle degli studenti stessi. A proposito del report, il coordinatore dell’Unione degli universitari (UDU) Jacopo Dionisio ha così commentato: “Ancora una volta, i dati dimostrano come l’Italia non sia un Paese con interesse ad investire su istruzione universitaria e il diritto allo studio, e questo è ulteriormente aggravato dal fatto che anche in legge di stabilità non siano previsti interventi seri su questo fronte”. Per ridare slancio all’intero sistema ed evitarne il collasso, ha concluso Dionisio, un investimento serio su istruzione e diritto allo studio è ormai improcrastinabile”.

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