Sempre più italiani scelgono di fare l'università all'estero
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Università, sempre più italiani scelgono l’estero. Dall’Europa agli USA, per chi vuole partire è tempo di organizzarsi

da | Mar 2015 | News | 0 commenti

Frequentare l’università all’estero. Una strada sempre più spesso percorsa dai giovani italiani, che scelgono di fare le valigie e trasferirsi in un altro paese dell’Unione Europea (UE) o negli Stati Uniti. Nel 2006 i nostri connazionali iscritti a un corso di laurea in una nazione straniera erano 34mila, numero che oggi è salito fino a superare quota 50mila (dati Unesco). Dati che parrebbero esigui se confrontati con quelli degli iscritti agli atenei nostrani (circa 1.670.000 nell’anno accademico 2013-2014), ma considerando lo sforzo economico che una scelta del genere comporta e il periodo storico in cui ci troviamo, non sono certo da trascurare. Soprattutto se si tiene presente che la cifra è più o meno pari al numero di studenti dell’Università di Firenze, uno degli atenei più frequentati d’Italia.

Per chi sceglie di emigrare, la primavera è un momento cruciale: dopo aver deciso l’indirizzo di studi, occorre iniziare a prepararsi per affrontare le procedure di ammissione. Un iter non privo di ostacoli, perché la concorrenza è spesso numerosa e agguerrita.

Tra le europee, le preferite dagli studenti italiani sono le università di Regno Unito, Austria, Francia e Germania. Trasferirsi in uno dei paesi dell’UE piuttosto che in uno che non ne fa parte ha molti vantaggi: gli iscritti comunitari godono degli stessi diritti sia che siano cittadini dello stato in cui è situato l’ateneo, sia che provengano da un altro dei 27 paesi dell’Unione Europea. Al di fuori dei confini europei, invece, non è sempre così e la validità dei titoli di studio può variare di molto da paese a paese.

Anche sul piano delle tasse, chi sceglie di fare l’università all’estero dovrebbe tener presente che la situazione negli stati membri dell’UE è ben diversa rispetto, ad esempio, a quello che accade negli USA. In alcuni – quelli scandinavi e la Germania – il primo livello di istruzione terziaria è addirittura gratuito, mentre in Francia le tasse sono esigue (189 euro all’anno). Nel Regno Unito l’ammontare dei contributi dovuti, invece, può arrivare fino a 11mila euro l’anno, ma è tarato sulle possibilità economiche di ciascuno studente e c’è la possibilità di ottenere borse di studio e prestiti d’onore.

Studiare negli Stati Uniti è più difficile. Non solo occorrono molte più risorse economiche – sebbene esista la possibilità di ricevere borse di studio per merito, se si ha un reddito basso – ma anche essere ammessi non è un gioco da ragazzi ed è meglio prepararsi per tempo. Chi sogna di iscriversi all’università all’estero e pensa all’America deve sapere che occorre iniziare a organizzarsi già dal quarto anno delle superiori. Bisogna infatti superare con voti alti un test, il SAT, simile alle nostre prove Invalsi, e poi presentare un curriculum esteso, comprensivo anche degli interessi extra-scolastici. Sperando di fare colpo sui selezionatori.

Scopri tutto quello che c’è da sapere per frequentare l’università all’estero

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