Allarme Istat: a Gennaio 2014 nuovo record disoccupazione giovanile
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Allarme Istat, a Gennaio 2014 disoccupazione giovanile a livelli record. Il premier Renzi promette: “subito il Jobs Act”

da | Mar 2014 | News | 0 commenti

A Gennaio 2014 la disoccupazione in Italia fa segnare un ulteriore aumento e, fa sapere l’Istat, si attesta al 12,9 per cento (a fronte di un dato europeo fermo al 12). A destare la maggiore preoccupazione è, però, la disoccupazione giovanile, che nel primo mese dell’anno ha fatto segnare un nuovo record, arrivando al 42,4 per cento. Il dato più alto dal 1977, anno di inizio delle serie storiche, con 690mila i giovani in cerca di lavoro. Una situazione che preoccupa molto il nuovo governo, tanto che il presidente Renzi ha annunciato per il 17 Marzo la presentazione del suo piano per il lavoro, l’ormai famoso “Jobs Act”.

Gli ultimi dati Istat sulla disoccupazione smentiscono gli assai timidi segnali di ripresa con cui si era chiuso il 2013. A Gennaio 2014 il numero complessivo dei senza lavoro in Italia è cresciuto ancora, arrivando a 3,3 milioni (+0,2 rispetto a Dicembre e +1,1 rispetto al Gennaio 2013). In Europa, invece, il dato è stabile al 12 per cento, con il record negativo della Spagna che segna uno spaventoso 25,8 per cento. Nel nostro Paese sono in discesa non solo i contratti a tempo indeterminato, ma anche il lavoro a tempo determinato e quello precario.

La situazione della disoccupazione giovanile non è più rosea. L’Istat stima in 690mila i giovani disoccupati tra 15 e 24 anni. Sul totale della popolazione appartenente alla fascia di età di riferimento, a Gennaio 2014 i giovani che non hanno un’occupazione sono 11,5 su cento, ma considerando solo il numero di coloro i quali sono occupati o cercano lavoro il tasso di disoccupazione tocca ben il 42,4 per cento (+0,7 per cento rispetto a Dicembre 2013 e +4 per cento rispetto a Gennaio 2013).

I livelli di disoccupazione generale e disoccupazione giovanile non erano stati mai così alti dal 1977, quando iniziarono le rilevazioni Istat. E, mentre in Europa restano fermi, in Italia continuano a salire. Nel solo 2013 si è registrata la perdita di 478mila posti di lavoro (il record negativo dall’inizio della crisi), con una media di disoccupati di 3,1 milioni (+13,4 per cento rispetto al 2012), di cui quasi la metà nel Mezzogiorno. Sono in tutto 984mila i posti di lavoro svaniti tra il 2008 e il 2013.

I dati diffusi dall’Istat sono stati prontamente commentati dal nuovo presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha affidato a Twitter la propria voce: “una cifra allucinante, la più alta da 35 anni. Ecco perché il primo provvedimento sarà il JobsAct“. La speranza di buona parte del Paese è che le prossime mosse del governo servano davvero a invertire la rotta.

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