Forme di vita su Encelado, la luna di Saturno? È probabile
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Un oceano con probabili forme di vita sotto la crosta ghiacciata di Encelado, luna di Saturno

da | Apr 2014 | News | 0 commenti

La luna di Saturno Encelado potrebbe ospitare forme di vita. Se prima se ne aveva solo il vago sospetto, adesso l’ipotesi prende sempre più corpo grazie ad alcuni scienziati dell’Università La Sapienza di Roma, capeggiati da Luciano Iess, con la collaborazione anche di colleghi statunitensi. Questo perché sotto la crosta ghiacciata del corpo celeste ci starebbe un oceano di acqua liquida a zero gradi. A favorire la scoperta, pubblicata sulla rivista Science, le misure accurate fatte con la sonda italo-americana Cassini.

Grazie a tre passaggi molto ravvicinati di questa sonda, è stato possibile capire che la luna è solo in parte solida e che tra la crosta e il nucleo, a 30-40 chilometri di profondità dalla superficie, c’è qualcosa di più denso (del 7 per cento in più rispetto al ghiaccio). Per l’appunto, un oceano di acqua liquida di almeno otto chilometri di spessore. Ciò andrebbe a spiegare le differenze gravitazionali e la topografia del satellite di Saturno, ma anche perché erutta continuamente spruzzi di tipo geyser. Non si sa, invece, se questo oceano si estende per tutto il corpo celeste o per la gran parte attorno al polo Sud.

Riguardo all’eventuale presenza di forme di vita su Encelado, tuttavia, gli studiosi preferiscono esprimersi con molto cautela: “È vero che si sono trovati nei getti dei geyser dei composti organici semplici come metano e CO2, ed è anche vero che i colleghi americani sono molto più possibilisti di noi, ma – spiega Luciano Iess – penso occorra andare avanti coi piedi di piombo”. Il prossimo passo sarà, quindi, mandare una seconda sonda sulla luna di Saturno, per scoprire cosa viene fuori da questi spruzzi di tipo geyser. Si tratterebbe di un’impresa di media grandezza dal costo di circa 300 milioni di dollari.

Che la scoperta dell’oceano della luna di Saturno sia italiana costituisce un grande motivo orgoglio per il nostro Paese. Ancora di più se si pensa che per metà anche la sonda utilizzata per raccogliere i dati necessari allo studio sia tricolore. Da dieci anni Cassini – che prende il nome dall’astronomo che per primo studiò Saturno e tutto ciò che gli ruota attorno – ci manda delle immagini meravigliose di questo pianeta e tante informazioni riguardanti il suo satellite Encelado. Il suo lavoro avrà fine nel 2017, quando verrà lanciata a distruggersi proprio contro questo pianeta.

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