Federconsumatori, costi eccessivi per studenti fuori sede
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Federconsumatori: “Studiare fuori sede, una cosa da ricchi”

da | Set 2010 | News | 0 commenti

federconsumatori costi fuori sede


In Italia studiare da “fuori sede” è una cosa da ricchi. A confermarlo il rapporto di Federconsumatori sui costi degli atenei nostrani. Dall’indagine emerge che gli studenti fuori sede in Italia spendono fino a quasi 7mila euro in più – per la precisione 9.958 – rispetto ai loro colleghi che decidono di studiare nella città di residenza. Insomma, non si può dire che ci siano delle politiche efficaci per la promozione della mobilità studentesca sul territorio nazionale.

Per chi decide di studiare lontano da casa infatti la vita costa troppo, e quindi sono i figli di famiglie benestanti a potersi permettere di studiare fuori dalla propria regione di residenza (attualmente si trova in questa situazione circa il 20,5 per cento della popolazione studentesca, stando alle rilevazioni Istat più recenti) oppure in un’altra città della stessa regione. Il problema principale? L’affitto.
Affitti: i più cari e i meno cari. Secondo il rapporto di Federconsumatori sui costi degli atenei, gli affitti studenteschi più costosi si trovano nelle regioni del Centro Italia dove per una singola ci vogliono circa 5.544 euro annui e per una doppia circa 4.194. Le regioni meridionali invece offrono le stanze più a buon mercato (34 per cento in meno del centro Italia per le singole e 31 per cento in meno per le doppie).
Alloggi universitari. Sono insufficienti rispetto alla domanda, tanto che riescono a coprire soltanto il 2,7 per cento degli studenti universitari (quindi meno di cinquantamila posti a fronte di una popolazione studentesca di quasi due milioni). Una situazione che fa riflettere ancora una volta sull’applicazione del diritto allo studio e su come ancora sia anche e soprattutto il criterio economico a determinare la scelta dell’ateneo, fa notare il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti.
Alle spese di affitto e tasse, poi, si aggiungono quelle per i libri. Le più alte spettano agli studenti di materie umanistiche che ogni anno pagano quasi 500 euro alle case editrici universitarie. Gli iscritti a facoltà scientifiche risparmiano rispetto ai colleghi circa il 17 per cento.

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