Alla Camera governo battuto su un emendamento di Futuro e libertà relativo agli assegni di ricerca. L’esecutivo aveva espresso parere contrario ma in Aula hanno prevalso i sì con 277 voti contro 257 no. Con l’emendamento si modifica l’articolo 19 del disegno di legge: in pratica un numero di assegni di ricerca viene assegnato a chi ha studiato all’estero e decide di rientrare in Italia o ai ricercatori stranieri che decidano di restare nel nostro Paese.
Mentre nelle città universitarie la mobilitazione si espande a macchia d’olio, a Montecitorio si discute il provvedimento e c’è chi, come il deputato Pd Andrea Sarubbi, restituisce in diretta su Twitter le fasi dell’esame del provvedimento. “Appena approvato l’articolo sulle università telematiche: da oggi il Cepu è equiparato alla Bocconi. So’ soddisfazioni” ironizza il parlamentare.
Un altro tweet di Sarubbi riguarda invece il cosiddetto emendamento su Parentopoli, che il deputato definisce molto blando, mentre una nota del ministero dell’Istruzione rivendica che è stato approvato un giro di vite più pesante di quello proposto da Italia dei valori. Per partecipare ai concorsi, anche ricercatori e assegnisti non potranno avere parentele fino al quarto grado (Idv proponeva un limite fino al terzo grado).
Complice l’atteggiamento dei deputati di Futuro e libertà, l’attesa per l’approvazione della riforma in seconda lettura è carica di tensione. Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha sostenuto in più occasioni la bontà del provvedimento, mentre le opposizioni ne hanno chiesto il ritiro. A dire l’ultima parola sarà proprio la formazione guidata da Gianfranco Fini, che però ha dato ampie rassicurazioni sull’ok di Fli al provvedimento.
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