Lanciato Edusat, satellite didattico dell'Università La Sapienza
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In orbita “Edusat”, il satellite didattico della Sapienza progettato dagli studenti

da | Ago 2011 | News | 0 commenti

Rimarrà in orbita per circa un anno “Edusat”, il satellite realizzato dal gruppo di astrodinamica dell’Università La Sapienza di Roma (Gauss) in collaborazione con l’azienda privata Imt, nell’ambito di un progetto dell’Asi (Agenzia Spaziale Italiana) che ha coinvolto gli studenti di diversi istituti superiori in Italia. “EduSat è il nostro primo progetto completamente finanziato dall’Asi ed è stato molto apprezzato dalla comunità scientifica internazionale”, ha commentato dalla Russia Filippo Graziani, professore di astrodinamica e direttore del Gauss.

Lanciato il 17 agosto (9.20 ora italiana) dalla base russa di Yasni insieme ad altri 6 satelliti esteri, Edusat staziona ora a quota 700 chilometri e ci rimarrà per almeno 12 mesi. Obiettivo? Testare le tecnologie sviluppate dai ragazzi delle scuole superiori e dagli universitari, costruite secondo una filosofia low cost, e realizzare in orbita alcuni esperimenti scientifici. Non solo, uno dei gli obiettivi più innovativi è già stato in parte realizzato: il coinvolgimento delle scuole secondarie in un reale progetto spaziale.

Se infatti il gruppo Gauss dell’ateneo capitolino è ormai veterano nella produzione di satelliti (altri quattro sono stati messi in orbita negli ultimi anni), Edusat rappresenta uno dei primi esperimenti didattici che esce dalle mura dell’università: studenti di diverse scuole italiane sono stati coinvolti dalla società Imt attraverso un ciclo di lezioni teoriche e pratiche e hanno realizzato in prima persona l’esperimento principale, un sensore di sole capace di determinare l’orientazione del satellite rispetto al sole.

Studenti, ricercatori e docenti di varie parti d’Italia hanno collaborato dunque per la messa a punto di Edusat e in molti hanno assistito assieme, da Roma, alla diretta video del lancio: “È una splendida emozione veder realizzato il lavoro di due anni”, ha commentato Chantal Cappelletti dottoranda dell’università La Sapienza e coordinatrice del progetto. Ora ricercatori e astrofisici in erba potranno osservare i risultati del proprio lavoro, condurre esperimenti e testare le proprie tecnologie nelle spazio.

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