Lavorare 40 ore è davvero la scelta migliore per i lavoratori? Cosa cambierebbe se la settimana lavorativa si riducesse da 40 ore a 32 o 37 ore?
Eppure la normativa del lavoro è uguale dagli anni ’20 del secolo scorso, consolidando così un modello che ad oggi risulta obsoleto e non adeguato alle esigenze del nostro tempo.
Sicuramente ci sarebbe una migliore efficienza aziendale e benessere dei dipendenti, concentrandosi sulla qualità delle ore lavorate più che sulla quantità.
Tipologie di settimana lavorativa ridotta
Molti Paesi all’Estero, hanno adottato la settimana corta o un monte ore compreso tra 32 e 37 ore.
Le formule più diffuse sono:
- Settimana di quattro giorni (32 ore totali) – 8 ore al giorno, con uno in meno rispetto ai classici cinque, di solito a parità di stipendio.
- 9-80 – 80 ore suddivise in nove giorni invece di dieci, guadagnando un venerdì libero ogni due settimane.
- 9-72 – 72 ore in nove giorni, con un venerdì libero ogni due settimane, ma con un monte ore ridotto rispetto al 9-80.
- Mezza giornata il venerdì – restare a tempo pieno dal lunedì al giovedì, liberando il venerdì pomeriggio.
- Settimana di tre giorni – da 24 a 36 ore settimanali, a seconda delle esigenze aziendali.
I Paesi che hanno adotatto la formula dei 4 giorni
La riduzione dell’orario lavorativo è stata testata in vari Paesi, spesso con risultati positivi. Ecco alcuni esempi:
- Islanda: Iniziato già nel 2015, un progetto pilota ha coinvolto migliaia di lavoratori, dimostrando che una riduzione dell’orario non compromette la produttività e migliora la qualità della vita.
- Bolt (USA): L’azienda ha reso permanente la settimana lavorativa di 4 giorni dopo una sperimentazione avviata nel 2021. La decisione è stata supportata dai risultati: l’87% dei manager ha riscontrato produttività e servizio invariati, il 94% dei dipendenti ha espresso il desiderio di continuare.
- Regno Unito: Oltre 60 aziende nel Regno Unito hanno sperimentato la settimana lavorativa di quattro giorni tra giugno e dicembre 2022. Il fatturato è rimasto stabile, i giorni di malattia si sono ridotti del 65% e i casi di burnout sono diminuiti del 71%. Più del 90% delle imprese ha confermato l’intenzione di proseguire.
- Microsoft (Giappone): Con una settimana lavorativa di 4 giorni, la produttività è salita del 40%, invece i costi operativi sono diminuiti.
- Unilever (Nuova Zelanda): Un progetto di 18 mesi ha mostrato una crescita del fatturato e una riduzione dell’assenteismo, spingendo l’azienda a estendere il modello anche in Australia. La sperimentazione in Nuova Zelanda ha portato a una crescita dei ricavi, un calo del 34% dell’assenteismo e un maggiore coinvolgimento dei dipendenti. Anche il benessere è migliorato: stress in calo del 33%, aumento del 15% della vitalità sul lavoro e riduzione del 67% del conflitto tra vita privata e professionale.
Altri esempi di una settimana lavorativa ridotta? Secondo i dati Eurostat, in Danimarca la settimana lavorativa è di 37 ore, in Francia la legge ne stabilisce 35 ore per ogni azienda senza distinzione di settore, mentre in Norvegia si ricorre spesso a un accordo di 37,5 ore. In Spagna invece l’orario è passato da 40 a 37,5 ore, mantenendo invariata la retribuzione.
Le aziende che in Italia hanno adottato la settimana corta
Anche alcune aziende italiane hanno adoddato dei modelli che aiutano i dipendenti a conciliare lavoro e vita privata.
- Intesa Sanpaolo: Prima grande azienda italiana a introdurre, nel 2023, la settimana lavorativa di 4 giorni a 9 ore, mantenendo inalterata la retribuzione. L’iniziativa ha riguardato circa 29.500 dipendenti di governance e filiali. In un anno, il 70% degli idonei ha richiesto l’abilitazione e circa il 46% ha effettivamente usufruito della settimana corta.
- Lavazza –“venerdì brevi”: Dal 2023, Lavazza consente ai dipendenti della sede centrale di ridurre l’orario lavorativo a 5 ore per 15 venerdì tra maggio e settembre, con la possibilità di lavorare in Smart Working, mantenendo flessibilità nell’orario di ingresso (08:00-09:30).
- Lamborghini – l’azienda introduce turnazioni che alternano settimane di 4 e 5 giorni, offrendo venerdì liberi a rotazione. In questo modo l’azienda promuove una gestione più flessibile degli orari, conciliando produttività e benessere dei dipendenti.
- Luxottica – l’azienda consente ai dipendenti di avere 20 giorni liberi all’anno (soprattutto di venerdì) coperti in gran parte dall’azienda e senza tagli allo stipendio.
Sicuramente, come per ogni cambiamento ci saranno dei pro e dei contro. Per approfondire questo discorso rimandiamo all’artcolo “Settimana lavorativa di 4 giorni in Italia: pro e contro” di Natalia Stawiarska.




