Anche i docenti unversitari si uniscono al coro di studenti, ricercatori e sindacati della conoscenza per chiedere a Mario Monti, presidente del consiglio incaricato, di marcare la discontinuità con il precedente governo rispetto alel politiche universitarie e alla scelta del nuovo ministro dell’Istruzione, Università e ricerca.
I docenti riuniti sotto la sigla del Conpass, Coordinamento nazionale dei professori associati, chiedono al governo Monti di impegnarsi a reintegrare i fondi decurtati al mondo accademico e di mettere in “pausa” l’applicazione della riforma Gelmini. Insomma, se i tagli ai privilegi e agli sprechi vanno fatti, spiegano i docenti, dall’altra parte bisogna rilanciare la crescita del Paese e per farlo è necessario sostenere le realtà che producono ricerca, innovazione e cultura.
Sulla legge di riforma dell’università varata dal ministro uscente dell’Istruzione Mariastella Gelmini il coordinamento chiede una pausa dell’iter applicativo e nell’approvazione dei provvedimenti attuativi, per consentire l’apertura di tavoli di confronto con le diverse componenti del mondo accademico e quindi una effettiva partecipazione di chi il mondo universitario lo vive e lo anima a scelte che riguardano il proprio futuro e quello del Paese.
Nel mirino della lettera del Conpass a Mario Monti anche la modalità con cui sono stati erogati finora i finanziamenti alla ricerca. I prof chiedono di non intervenire più con tagli lineari e di reintrodurre agevolazioni per il dirritto allo studio. La critica si appunta soprattutto sull’introduzione del prestito d’onore per consentire ai giovani di affrontare gli studi: per il Conpass si tratta di “soluzioni falsamente innovative” che hanno già mostrato i loro limiti in altri Paesi, dove i giovani hanno terminato gli studi indebitandosi e, complice la crisi, non sono stati in grado di far fronte al loro debito nei confronti dello Stato, creando una nuova classe sociale di “laureati insolventi” e contribuendo all’indebitamento generale.
L’ultimo appello dei docenti universitari si rivolge anche al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, artefice di questa nuova fase politica con la nomina a senatore a vita e il successivo conferimento dell’incarico al professor Mario Monti. Al capo dello Stato il Conpass chiede di contribuire a evitare che l’incarico di ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca venga conferito al rettore di un’università non statale (il riferimento è alle voci che danno in “pole position” Lorenzo Ornaghi, rettore della Cattolica), al fine di scongiurare il rischio di posizioni di conflitto di interesse nelle future decisioni del dicastero.
Anche in questo caso la parola d’ordine è “discontinuità“, così come hanno chiesto anche alcune sigle sindacali, studentesche e di ricercatori. L’ultima parola però la dirà Mario Monti, che nella giornata di oggi concluderà le consultazioni con i partiti e a breve scioglierà la riserva e se ci sono le condizioni presenterà la lista dei ministri per chiedere al Parlamento il via libera definitivo al suo esecutivo.