Secondo il primo rappresentante dei rettori delle università italiane, Enrico Decleva, il bilancio complessivo che ha condotto all’approvazione della riforma dell’università prima della pausa natalizia “è da considerarsi largamente positivo”. Un’accettazione senza riserve è da accordare alla nuova legge secondo il presidente della Crui, riconoscendo, in merito alle preoccupazioni del presidente della Repubblica, che “questa legge, beninteso modificabile e da modificare se si dimostrerà in qualche parte inadeguata o inapplicabile costituisce quanto di meglio si sia riusciti a mettere insieme in un periodo tra i più difficili della storia repubblicana”.
La legge, nelle parole di Decleva, appare dunque un solido punto di partenza dal quale “prendere le mosse e su cui lavorare in un clima di larga partecipazione”, prendendo le distanza da un clima che ha accompagnato i lavori, nelle sue parole fortemente ideologico e condizionato dal quadro politico.
“Le risorse per partire ci sono”, ha replicato il rettore di Milano sui provvedimenti finanziari previsti dalla legge di stabilità, sottolineando però l’urgenza e l’importanza della sua applicazione, riferendosi ai decreti attuativi che rappresentano la nuova sfida della riforma. “Per certi versi la parte più difficile comincia adesso… Ma almeno avremo qualcosa di concreto su cui lavorare e misurarci, in un clima, speriamo, più responsabile”.
Prioritario sarebbe infatti l”‘avvio operativo dell’Anvur, organismo deputato alla valutazione degli atenei, così come si rivelano urgenti anche “tutti i decreti e i regolamenti di competenza del ministero, circa una quarantina, non pochi. Anche se di peso e di complessità molto disuguali. Alcuni sono urgentissimi, anche per dimostrare che si fa sul serio, a cominciare da quelli indispensabili per avviare le procedure di abilitazione”.