Ma come vivono gli atenei britannici? Il principale finanziatore degli atenei è, come per il resto dell’Europa, lo Stato. Importante però, nel budget delle università anche la voce delle entrate dei privati con un 46% di peso.
Il contributo dei privati aumenta però in relazione alla capacità di attrarre sponsor di ciascun ateneo.
Nel Regno Unito il 64% del bilancio del sistema universitario poggia su denaro pubblico, negli Stati Uniti la cifra si dimezza al 34%, mentre nel resto d’Europa la percentuale arriva in media all’81%.
I Paesi scandinavi sono i più “statalisti”, seguiti da Francia e Germania. In Italia lo Stato contribuisce per il 73% ma con un investimento dell’1,6% rispetto alla media Ue del 2,9%
Il denaro investito dall’UK però è ben speso: gli atenei non hanno alcun vincolo di spesa e decidono quindi singolarmente come investire i propri fondi. Controllati da un ente governativo che segue rigidi parametri di produttività.
La produttività viene calcolata su cinque anni e svolta da 67 diverse sottocommissioni. In rapporto alle università italiane lo studente medio britannico spende circa 3.200 euro all’anno in tasse universitarie. In Italia l’università pubblica costa in media 750 euro all’anno, quella privata circa 2.600.