Una equipe medica della Radboud Universy di Nijmegen, in Olanda, studierà il cervello del fuoriclasse argentino e attaccante del Barcellona Lionel Messi, al quale è stato assegnato tre giorni fa il terzo pallone d’oro di seguito. Non solo elogi per le sue doti quasi paranormali dunque, ma anche una curiosità di natura scientifica che ha spinto il medico olandese Pieter Medendorp a lanciarsi nell’avventura di scoprire come funziona il cervello del calciatore più forte del mondo.
Lo studio sulle attività cerebrali del fenomeno di Rosario con lo scopo di comprendere come facciamo a prendere decisioni in una frazione di secondo e contemporaneamente a stabilire quali debbano essere le priorità. E lo si farà studiando non le attività da fermo ma proprio il corpo in movimento del calciatore. Insomma, le doti di velocità e imprevedibilità di Messi saranno messe sotto la lente d’ingrandimento dei medici dell’università olandese per “il progresso della scienza”.
Lo studio sarà finanziato per un totale di 1,5 milioni di euro dall’Organizzazione per la ricerca scientifica dei Paesi Bassi. “Il cervello non è un computer, ma una macchina delle probabilità. Messi decide se correre, saltare e calciare in un istante e vorremmo scoprire in che modo la sua testa fa tutto questo. Cosa gli fa scegliere una cosa e non un’altra? È una questione di efficacia della scelta? O perché così il suo organismo ottiene una ricompensa?” si chiede Medendorp.
Il medico olandese specializzato in neuroscienze chiarisce che tutti prendono decisioni inconsciamente soprattutto quando sono in movimento. Vi è una combinazione di immagini, le forze e il rumore. Il campo, Messi sa dove trovare gli altri e quindi decidere non solo come sfuggire da una marcatura o dove andare, ma anche quale piede utilizzare e cosa fare con la palla”.
Insomma, se un tempo si conservava il cervello di Einstein dopo la sua morte per scoprire il segreto della sua genialità, ora al laboratorio si sostituirà il campo di calcio, e sotto i riflettori finirà un giovane calciatore all’apice della sua carriera con la sua incredibile rapidità di piede e di cervello.
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