Studia gli insetti per risolvere gialli: Stefano Vanin è stato consultato anche per i casi di Elisa Claps e Yara Gambirasio, ma in Italia non c’è spazio per l’entomologia forense e così uno dei massimi esperti in questa materia da Csi ha fatto armi e bagagli per approdare sui più ridenti lidi della Gran Bretagna.
Lo scienziato trevigiano, da diversi anni in forze all’Università di Padova al fianco della professoressa Margherita Turchetto, si è trasferito da alcuni mesi nella britannica università di Huddersfield, dove si è aggiudicato una cattedra al Department of Chemical and Biological Sciences. “A Padova – dice – non c’erano prospettive”. Eppure la sua professionalità è riconosciuta a livello nazionale, come confermano gli importanti incarichi che lo hanno visto impegnato al fianco della polizia scientifica per analizzare la scena del delitto di recenti e cruciali casi di cronaca nera, da Brembate a Potenza.
Ennesimo cervello in fuga, dunque. Stefano Vanin, 39 anni, è un biologo specializzato in entomologia forense, proprio come Gil Grissom (nella foto), membro della squadra televisiva di Csi: se infatti “la gente morta non può raccontare”, insetti e larve rinvenuti possono dire molte cose, sui tempi e i luoghi del decesso. “Ma c’è ancora molta strada da fare – spiega Vanin al Gazzettino – In questi anni c’è la moda del Dna, mentre da parte di avvocatura e magistratura non vi è ancora piena consapevolezza delle notevoli possibilità offerte dall’entomologia forense”.
Questa stessa disciplina, infatti, oltre che nei casi di omicidio, può risultare utile nel campo della contaminazione di derrate alimentari, anche per individuare responsabilità civili e penali. E la mente corre subito alla recente epidemia tedesca, scatenata dal batterio E.coli. Ma nel campo delle scienze forensi il mondo accademico e giudiziario inglese sembra mostrare un approccio più maturo e una maggiore sensibilità: così un altro talento nostrano prende il volo, ma per ora di sola andata.