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Introduzione alla professione di Infermiere

L’Infermiere è un professionista sanitario che svolge un ruolo fondamentale all’interno del sistema di assistenza, prendendosi cura dei pazienti in ogni fase del loro percorso di salute: dalla prevenzione alla riabilitazione. Non si limita a seguire le terapie prescritte, ma agisce in autonomia per rilevare i bisogni di cura della persona e intervenire con decisioni assistenziali appropriate, sia in ambito ospedaliero che sul territorio.

Si tratta di una figura altamente qualificata, capace di coniugare competenze cliniche e tecniche con doti comunicative, empatia e spirito di osservazione. È una professione che richiede dedizione, responsabilità e capacità di lavorare in team.

Il percorso universitario per diventare Infermiere

Laurea Triennale

Per accedere al corso di laurea triennale in Infermieristica (L/SNT1) è necessario superare il test di ingresso nazionale per le Professioni Sanitarie. Il test si svolge contemporaneamente in tutte le università italiane, ma ogni atene predispone la propria prova, seguendo le linee guida ministeriali. Le domande riguardano materie come biologia, chimica, matematica, fisica, logica e comprensione del testo.

Il corso di laurea ha una durata di tre anni e rappresenta un titolo abilitante. Al termine, infatti, è possibile iniziare subito a lavorare come infermiere, previa iscrizione all’Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI).

Durante il triennio, oltre le lezioni teoriche, gli studenti affrontano un importante numero di ore di tirocinio (circa 1800 ore), distribuite in diversi reparti clinici e strutture sanitarie. Questo consente di acquisire competenze pratiche fondamentali e un primo contatto diretto con il mondo professionale.

Le principali aree di studio del corso comprendono:

  • Infermieristica generale e clinica
  • Scienze biomediche e patologiche
  • Medicina interna e chirurgia
  • Psicologia e sociologia
  • Etica e deontologia
  • Gestione dell’assistenza e comunicazione

Formazione post laurea e specializzazioni

Dopo la laurea triennale è possibile proseguire il percorso formativo con:

  • Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche (LM/SNT1), biennio che consente di accedere a ruoli di coordinamento, docenza o ricerca.
  • Master di I livello, ossia percorsi post-laurea per acquisire competenze in aree specifiche come infermieristica pediatrica, area critica, geriatria, sanità pubblica, oncologia o psichiatria.
  • Master di II livello, accessibile dopo la laurea magistrale, per una formazione altamente specializzata.
  • Dottorato di ricerca, per chi desidera intraprendere un percorso accademico o di ricerca scientifica in ambito infermieristico.

La formazione continua è obbligatoria e regolamentata dal sistema ECM (Educazione Continua in Medicina), con crediti da acquisire ogni anno per mantenere l’abilitazione.

    Iscrizione all’Albo e abilitazione

    Dopo il conseguimento della laurea triennale, l’Infermiere deve iscriversi all’Albo professionale OPI (Ordine delle Professioni Infermieristiche) per poter esercitare la professione in Italia.

    L’iscrizione si effettua presso l’Ordine della provincia in cui si intende operare, tramite una procedura online che richiede:

    • titolo abilitante (laurea triennale)
    • il pagamento della quota annuale
    • la compilazione di una domanda con documenti identificativi

    L’Albo certifica la qualifica professionale e garantisce il rispetto delle regole deontologiche e delle competenze richieste per la professione. È obbligatorio per tutti gli infermieri, sia dipendenti che liberi professionisti.

      Quali tipologie di Infermiere esistono?

      Il profilo dell’Infermiere si è ampliato negli anni, fino a comprendere diverse figure specialistiche, riconosciute dal Ministero della Salute e attive in aree cliniche ad alta complessità.

      Tra le principali specializzazioni troviamo:

      • Infermiere di sanità pubblica, che promuove la salute della comunità, lavora nel territorio e nella prevenzione.
      • Infermiere pediatrico, si prende cura di neonati, bambini e adolescenti.
      • Infermiere geriatrico, lavora con persone anziane, nei contesti di lunga degenza e assistenza domiciliare.
      • Infermiere psichiatrico, specializzato nella salute mentale, lavora in ambito psichiatrico e nei servizi territoriali.
      • Infermiere di area critica, opera in pronto soccorso, terapia intensiva, sale operatorie e ambulanze.
      • Infermiere di ricerca clinica, partecipa a studi clinici, garantendo sicurezza del paziente e correttezza dei dati.

      Queste specializzazioni si acquisiscono tramite master, corsi avanzati o esperienza specifica e offrono la possibilità di evolvere la propria carriera all’interno di contesti altamente professionali.

        Dove lavora un Infermiere

        L’infermiere è una delle figure professionali più versatili del panorama sanitario. Può lavorare sia nel settore pubblico che in quello privato, con possibilità di esercizio in libera professione.

        Ecco alcuni degli ambiti lavorativi più comuni:

        • Ospedali pubblici e privati, l’infermiere trova occupazione nei reparti di medicina, chirurgia, pediatria, oncologia, emergenza-urgenza e altri.
        • Ambulatori specialistici, dove gli infermieri supportano le attività mediche nella diagnostica e nelle terapie ambulatoriali.
        • Aziende Sanitarie Locali (ASL), gli infermieri svolgono assistenza presso il domicilio del paziente, in contatto diretto con la comunità.
        • Case di cura e RSA, in particolare per gli infermieri geriatrici o assistenziali.
        • Servizi di emergenza sanitaria (118), per infermieri specializzati in area critica.
        • Istituzioni scolastiche, carceri, strutture militari, ONG e ONLUS sono ambiti meno tradizionali, ma in costante crescita.
        • Libera professione tramite l’apertura della Partita Iva, con la quale è possibile offrire servizi domiciliari, consulenze o collaborare con poliambulatori.

        Il titolo di studio conseguito in Italia è riconosciuto in tutta l’Unione Europea, consentendo l’esercizio della professione anche all’estero, con minime formalità.

        Differenze tra Infermiere e OSS

        Un errore comune è confondere il ruolo dell’Infermiere con quello dell’OSS (Operatore Socio Sanitario). Le due figure collaborano, ma hanno competenze e percorsi formativi diversi.

        • L’Infermiere è un professionista laureato, abilitato all’assistenza infermieristica, alla somministrazione di terapie, alla gestione clinica e alla valutazione dei bisogni di salute.
        • L’OSS è un operatore di supporto, che assiste l’infermiere in alcune attività, ma non ha autonomia decisionale o responsabilità cliniche.

          Il Codice Deontologico e le responsabilità

          L’attività infermieristica è regolata da un Codice Deontologico, che rappresenta il cuore etico e professionale della professione. Non si tratta solo di un insieme di regole, ma di una vera dichiarazione d’intenti. Definisce i principi guida, le responsabilità verso i pazienti e l’impegno a garantire un’assistenza sicura, umana e competente.

          Secondo il Codice:

          • La persona assistita è sempre al centro dell’attenzione professionale.
          • L’Infermiere deve agire con autonomia, responsabilità e rispetto dei diritti.
          • È tenuto alla riservatezza, al consenso informato e all’educazione sanitaria del paziente.
          • Deve promuovere la collaborazione con il team sanitario e con la famiglia del paziente.
          • Ha l’obbligo morale e professionale di aggiornarsi costantemente.

          Il Codice Deontologico è aggiornato periodicamente dalla FNOPI (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche), per rispondere alle nuove esigenze delle società e dell’evoluzione della professione.

          Quanto guadagna un Infermiere?

          Lo stipendio di un infermiere in Italia può variare sensibilmente in base a numerosi fattori, come il tipo di contratto (pubblico o privato), regione in cui si lavora, esperienza maturata, reparto di assegnazione e eventuale specializzazione. A decidere è anche la modalità di esercizio, se da dipendente oppure in regime di libera professione.

          Settore pubblico (CCNL Sanità)

          Gli infermieri assunti tramite concorso pubblico e inquadrati nel CCNL Sanità percepiscono uno stipendio che si articola in fasce di anzianità e progressioni di carriera.

          • Inizio carriera: circa 1.700-1.900 euro lordi al mese.
          • Esperienza media (10-15 anni): si può raggiungere circa dai 2.200 ai 2.400 euro lordi.
          • Con esperienza (oltre 20 anni): fino a 2.500-2.800 euro lordi.

          Alcuni incarichi con funzioni organizzative o gestionali (es. Coordinatore Infermieristico, Dirigente delle Professioni Sanitarie) possono superare anche i 3.000 euro lordi al mese.

          Le regioni con gli stipendi più alti sono: Lombardia, Toscana e Trentino-Alto Adige, dove spesso si aggiungono indennità regionali o premi legati alla carenza di personale.

          Settore privato

          Nel settore privato gli stipendi sono più variabili, in base alla struttura, al contratto collettivo applicato e all’ambito di lavoro,

          • Cliniche private, case di cura o cooperative hanno stipendi a partire da 1.200 a 1.500 euro netti al mese.
          • Pronto soccorso privati, terapia intensiva o specialistica raggiungono anche i 1.800 – 2.000 euro netti mensili, specie se con turni notturni o straordinari.
          • ONLUS o strutture convenzionate hanno spesso gli stipendi più bassi, intorno ai 1.000 – 1.300 euro netti.

          Nel privato, la retribuzione può essere migliore in presenza di premi di produzione, turni flessibili o benefit aziendali (es. alloggio, buoni pasto, corsi ECM gratuiti).

          Libera professione

          Sempre più infermieri decidono di lavorare in libera professione, aprendo la Partita Iva e collaborando con poliambulatori, studi medici, RSA o fornendo assistenza a domicilio.

          Il compenso medio mensile si aggira tra 1.000 e 2.500 euro, ma può crescere in base a:

          • Numero di pazienti seguiti
          • Prestazioni offerte (es. prelievi, infusioni, medicazioni, assistenza post-operatoria)
          • Collaborazioni con strutture private, assicurazioni sanitarie o enti pubblici
          • Area geografica (le città del nord offrono stipendi generalmente più alti)

          La libera professione offre maggiore autonomia ma anche meno tutele. Non ci sono ferie retribuite, malattie o TFR e occorre gestire autonomamente tasse, previdenza e aggiornamento professionale.

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          L’Infermiere è un professionista sanitario, svolge un ruolo fondamentale all’interno del sistema di assistenza, prendendosi cura dei pazienti
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