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Giulio Regeni, Cambridge rifiuta di collaborare alle indagini

da | Giu 2016 | News | 0 commenti

La Procura della Repubblica di Roma non potrà contare sulla collaborazione dell’Università di Cambridge nell’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni. L’ateneo britannico ha dichiarato la ricerca del giovane dottorando friulano “confidenziale” e, in virtù di un’apposita norma, ciò significa che non saranno rivelati dettagli in merito, nemmeno agli inquirenti.

Giulio Regeni si trovava in Egitto per uno studio sui sindacati indipendenti del paese nordafricano e la procura è convinta che questo possa essere collegato al sequestro e all’uccisione del ventottenne il cui cadavere è stato ritrovato lo scorso 3 febbraio, dopo che dal 25 gennaio se ne erano perse le tracce. Per tale ragione aveva richiesto mediante rogatoria internazionale che l’Università di Cambridge fornisse delle informazioni relative al contenuto della ricerca di Regeni. Informazioni che il prestigioso ateneo ha rifiutato di fornire.

In virtù della stessa norma che consente a Cambridge di dichiarare “confidenziale” la ricerca di Giulio Regeni, Maha Abdelrahman, la docente egiziana trapiantata in Gran Bretagna che seguiva il lavoro del dottorando friulano, considerata una dissidente rispetto al governo di Al Sisi, ha deciso di non rispondere alle domande che i magistrati romani avrebbero voluto porle.

Nonostante le reticenze dell’ateneo britannico, il procuratore capo Giuseppe Pignatone e il suo sostituto Sergio Colaiocco hanno comunque provato, attraverso un’approfondita analisi dei movimenti e delle giacenze del conto del dottorando, che la tesi secondo la quale Giulio Regeni stesse lavorando per organizzazioni estere di intelligence è priva di fondamento. Ma resta oscuro il movente che ha portato alla tragica fine del giovane. Gli inquirenti propendono per l’idea che la ragione vada ricercata proprio nel lavoro di Regeni, che con il suo studio dei sindacati indipendenti sarebbe entrato in contatto con soggetti nel mirino delle autorità egiziane.

In particolare, sarebbe il rapporto di Giulio Regeni con Mohamed Abdallah, a capo del sindacato degli ambulanti, a spiegare il perché del sequestro e dell’uccisione del nostro giovane connazionale. Abdallah potrebbe essere colui che ha tradito Regeni, diffondendo la falsa notizia che il dottorando fosse un infiltrato per conto dei servizi segreti con l’incarico di fomentare lo scontro con il governo. Da qui sarebbe nata la necessità di fermarlo e metterlo a tacere per sempre.

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